Già 107 positivi dall’inizio in A Ma poco impatto sulle grandi
GIÀ 107 POSITIVI DA INIZIO TORNEO MA LE GRANDI DRIBBLANO L’EFFETTO VIRUS
Milan bello e vincente anche quando non c’era Ibrahimovic. Inter falcidiata ma seconda. Juve solo due casi: Ronaldo e McKennie. Il Genoa la squadra più colpita
Lo ricorderemo come lo scudetto del Covid, ancor più di quello che il 2 agosto è stato consegnato alla Juve di Sarri. Il campionato 2020-21 è destinato a essere condizionato dal virus ben più dell’edizione precedente, che - è vero - fu costretto a una lunga interruzione che ci auguriamo di non vivere più, ma poi dal punto di vista del contagio fu colpito molto poco. L’effetto più visibile del Covid sulla stagione 2019-20 fu la conclusione in piena estate e l’intasamento del calendario. Adesso la situazione è differente: nei 74 giorni trascorsi dal via del 19 settembre, ci sono stati 107 giocatori positivi (più altri che erano stati bloccati durante la fase di preparazione) e 239 indisponibilità tra partite di campionato e coppe europee. Solo il Bologna è Covid-free a livello di giocatori, ma il virus è comunque entrato a Casteldebole colpendo Mihajlovic. Il triste record di positivi è del Genoa (ben 18), ma a causa del rinvio della sfida dei rossoblù con il Torino e degli impegni in Champions dei nerazzurri, è l’Inter la squadra che ha sommato più assenze causa virus: ben 28. La Roma ha giocato il numero più alto di partite con almeno un indisponibile per tampone positivo (ben 11: 7 in A e 4 in Europa League), ma limitatamente al campionato il mesto primato è del Sassuolo che in tutte le giornate ha avuto almeno un caso di positività. E’ abbastanza curioso che la partita della discordia, il famoso Juve-Napoli del 3-0 a tavolino, abbia coinvolto due club non particolarmente colpiti: Pirlo ha perso quasi in contemporanea Ronaldo e McKennie, Gattuso finora ha dovuto rinunciare solo a quattro elementi. La Lazio, invece, ha fatto a meno di tanti titolari: Immobile, Strakosha, Luis Alberto, Milinkovic, Leiva, Lazzari.
Hakimi falso positivo
C’è chi è rimasto positivo per un mese e mezzo (Boga: dal 20 agosto al 5 ottobre) e chi invece ci ha dormito su solo un paio di notti (Hakimi: fermato da un tampone Uefa il 21 ottobre, ma il 23 si è scoperto che era una falsa positività che comunque gli ha fatto saltare la sfida d’andata con il Borussia Moechengladbach). Pegli dista da Bogliasco appena una trentina di chilometri e in linea d’aria sono pure meno, ma sembrano due continenti diversi: focolaio in casa Genoa, mentre la Samp ha dovuto preoccuparsi solo per Keita. Il Cagliari non aveva avuto problemi, ma il viaggio intercontinentale di Godin per le partite con l’Uruguay è stato deleterio: il 20 novembre è stata riscontrata la sua positività e nel giro di pochi giorni è toccato a Nandez, Simeone e Pereiro. Il rigido protocollo studiato per garantire la disputa del campionato, comunque, sta svolgendo bene il proprio compito. Le cifre dimostrano che per andare avanti bisogna attenersi scrupolosamente alle regole nella speranza che la curva dei contagi scenda e consenta perfino l’apertura parziale degli stadi agli spettatori.
Da Ibra a CR7
Al di là delle curiosità statistiche, resta il fatto che questo campionato è bellissimo, incerto, interessante come non accadeva da tanto tempo. Il Milan ha allungato, ma il gruppetto degli inseguitori è folto e agguerrito. Uno dei motivi del primato di Pioli (uno dei tre allenatori colpiti: gli altri sono il già citato Mihajlovic e Giampaolo) è proprio la capacità della sua squadra di dribblare anche il Covid. Ibrahimovic ha dovuto saltare due partite di campionato e sono arrivati due successi, mentre la Juve senza Ronaldo ha pareggiato contro Crotone e Verona. Il Covid può destabilizzare una squadra se la colpisce in modo ampio come accaduto al Genoa, altrimenti offre quasi un test di affidabilità al gruppo. Pioli ha dato conoscenze a tutto il Milan e un paio di assenze adesso non generano alcuna preoccupazione a differenza di quanto accadeva solo pochi mesi fa. Se la curva dei contagi in Serie A continuerà su questa falsariga, ovviamente si potrà parlare di campionato condizionato ma non certo falsato. I valori in qualche modo vengono sempre a galla e non c’è nessuno che in questo momento possa ritenere ingiusto il primato del Milan.