Atalanta in salvo coi danesi e ringrazia il Liverpool: ora con l’Ajax basta il pari
L’ATALANTA SOFFRE MA PAREGGIA: ORA BASTA NON PERDERE CONTRO L’AJAX
I nerazzurri vanno sotto e faticano con il Midtjylland, poi segna Romero. In Olanda la sfida decisiva con due risultati su tre
Dopo la grande bellezza di Liverpool, l’inaspettata sofferenza col Midtjylland. Romero con una zuccata imperiale agguanta i gregari danesi in fuga e porta l’Atalanta al secondo posto del girone. Per fortuna, grazie al k.o. di misura dell’Ajax con i Reds, il pareggio ha lo stesso valore di una vittoria. Ad Amsterdam, la banda di Gasperini ha a sua disposizione due risultati per qualificarsi agli ottavi di Champions. Ma all’Arena, tra una settimana, ci vorrà ben altra prestazione perché, aiuto, l’Atalanta ha perso i gol. Come con il Verona, peggio che con il Verona. Zapata e Muriel sembrano smarriti, Gomez va a corrente alternata e ci mancava solo un mezza discussione sulla posizione in campo con Gasperini a complicare le cose. Però il cuore Atalanta batte ancora forte. In una situazione fattasi parecchio complicata, con gli avversari che correvano come indemoniati alla ricerca dei loro primi punti, Pessina (il migliore) e compagnia hanno tirato fuori il carattere, nel secondo round hanno lottato palla su palla, anche se con poco ordine, e alla fine sono riusciti a conquistare un risultato che li proietta ad
Amsterdam senza l’assillo di dover vincere.
Sorpresa danese
Alzi la mano chi si aspettava un Midtjylland così. Le gare di Champions non sono mai una passeggiata, ma questa doveva essere la rampa di lancio per andare più sereni in Olanda. Invece... I danesi sono migliorati molto dall’esordio. Non come fece la deb Atalanta la scorsa stagione, questo no. Però dopo le 5 sberle prese contro la Dea, in seguito hanno perso dignitosamente con tutti. E a Bergamo sono venuti con idee chiare, discreta qualità e soprattutto una freschezza atletica sconosciuta alla banda Gasp in questo periodo. Con un 3-4-3 molto mobile, nel senso che i giocatori variavano spesso posizione e disposizione in campo per occupare bene gli spazi. Sono persino andati in vantaggio dopo nemmeno un quarto d’ora con una sassata dal limite di Scholz, che ha raccolto un appoggio di petto di Kaba. Ora, i danesi sono diventati più bravi tecnicamente, hanno acquisito sicurezza, ma con un’Atalanta degna del suo nome non avrebbero avuto comunque la chance di giocarsela alla pari. Invece la Dea è apparsa annebbiata, ancora stanca e faceva fatica a prendere in mano la partita perché ogni volta che perdeva palla erano problemi a rincorrere gli avversari. Purtroppo la palla l’ha persa spesso, per appoggi sbagliati o per il pressing avversario. Nonostante ciò le sue buone occasioni le ha avute, ma Muriel e Zapata erano irriconoscibili. Al primo non riusciva un dribbling, e quando ha trovato il guizzo per regalare due buone palle, ci ha pensato il connazionale a sprecarle spedendole alle stelle (una clamorosa, a due passi dalla porta). Il povero Papu, con la collaborazione di Pessina, si faceva in quattro pur di creare superiorità, anche se pure lui non era lucidissimo e, da come faceva fatica a rientrare dopo un’azione, si vede che ha bisogno di riposo. Alla fine il primo round è scivolato via tristissimo, lasciando nell’aria un senso d’impotenza sotto porta che, Liverpool a parte, è capitato spesso di recente.
Le mosse del Gasp
Dopo l’intervallo Gasperini ha cambiato Gomez per Ilicic e più che una scelta tecnica il sospetto è che sia stata una decisione disciplinare perché verso la mezzora il tecnico ha chiesto all’argentino di spostarsi a destra e lui ci ha messo un bel po’ prima di accontentarlo. Una scelta coraggiosa, anche perché con Malinovskyi, Miranchuk e Lammers ai box, non aveva più molte alternative. Ma il tecnico è stato bravo ad arrangiarsi con la panchina che aveva. Dopo 20 minuti ha sostitutivo tre giocatori (Toloi, De Roon e Djallo per Palomino, Freuler e Muriel) per avere almeno più freschezza e tentare di trovare la via del gol con la baby stellina già ceduta al Manchester United per 40 milioni di euro. Beh, Djallo è stato molto bravo, ha creato pericoli e ha tirato due volte in porta. Prima di lui, nessuno. Ed è stato bravo anche Ilicic, che ha sfornato passaggi invitanti e dribbling riusciti. Il Midtjylland inevitabilmente è un po’ calato, ma ha tenuto botta fino al minuto
34 quando sul cross di Hateboer, Romero è saltato sul collo di Hoeg e con una fiondata di testa ha battuto il bravo Hansen. C’era ancora il tempo per tentare di vincere, l’Atalanta ci ha provato tenendo sempre la palla nei piedi ma non ha avuto altre occasioni. E’ innegabile che partite ogni tre giorni facciano più male all’Atalanta che ad altre squadre, dato che fa della determinazione agonistica un dei suoi punti di forza. Se poi la rosa si restringe come una camicia lavata con un candeggio sbagliato, il problema si acuisce. Ma il più grave è la davanti: urge ritrovare Zapata, e Muriel, e i gol. Il marchio di fabbrica della stupefacente Dea di questi anni.