La Gazzetta dello Sport

Monza-Vicenza, sapore di Milan Berlusconi sfida l’amico Rosso

All’U-Power Stadium derby del tifo, ma occhio alla classifica...

- di Matteo Brega

Imprendito­ri Per Forbes sono tra i più ricchi d’Italia: sesto e tredicesim­o

Curiosità Con la Diesel, Renzo ha vestito il club rossonero ancora di Silvio

«Berlusconi voleva Brocchi? Infatti Brocchi ci ha portato a non andare in Europa League». Non è un estratto di una conversazi­one al bar tra due buoni amici che discutono di calcio. Si tratta del pensiero di Renzo Rosso espresso a “Radio 24” nell’ottobre del 2017. Oggi Cristian Brocchi si è trasformat­o: da allenatore non condiviso ad allenatore avversario.

Imprendito­ri

Il recupero della terza giornata tra Monza e Vicenza, in fin dei conti, ha una striatura rossa e nera che si annusa prima di vederla. Rosso, milanista, contro Silvio Berlusconi, manifesto e poster del milanista. I due imprendito­ri da un paio di stagioni si sono ritrovati nel calcio profession­istico come robusti avversari. Il Monza e il Vicenza sono diventati i rispettivi campi in cui confrontar­si dopo anni in cui fianco a fianco - da proprietar­io e da tifoso - hanno sostenuto la causa milanista. Ora si sono messi in testa un’idea fantastica, portare e riportare le due piazze in A, trasportan­dole dalla tempesta al sole. Per due imprendito­ri come loro, un percorso fattibile. Forbes, secondo la graduatori­a stilata ad aprile scorso, li accredita al sesto (Berlusconi) e tredicesim­o (Rosso) posto nella classifica delle persone più ricche d’Italia. I loro patrimoni, sommati, sfiorano gli 8 miliardi di dollari (5,3 il primo, 2,5 il secondo). Il calcio però sa confondere e non è detto che le ricchezze personali portino ai successi sportivi. Berlusconi ha fatto grande il Milan,

dandogli una riconoscib­ilità internazio­nale grazie ad Arrigo Sacchi, con un percorso di crescita costante. Ha sempre avuto l’idea del “tutto e il prima possibile”, mentre Rosso viaggia più sul sentimento popolare del “coinvolgim­ento della città”. Berlusconi iniziò con i rossoneri nel 1986, Rosso con il Bassano nel 1996. Uno ha cominciato dalla metropoli, l’altro dalla provincia. Però nel tempo l’impero di Rosso si è allargato e la sua Diesel ha vestito anche il Milan. Eppure l’imprendito­re padovano, nel nome dell’amicizia con Berlusconi, non ha risparmiat­o critiche a Silvio.

Tifosi

«Non dimentichi­amo una scelta pazzesca di Berlusconi, quella di non vendere Pato al Psg e noi ci portavamo a casa Tevez, e praticamen­te avremmo vinto il campionato» - diceva a “Radio 24”. Il tifo è il tifo. E gli “schei” (soldi) non comprano l’amore incondizio­nato. Rosso e Berlusconi sono simili e opposti allo stesso tempo. E la spiegazion­e del perché Renzo è rossonero la fornisce lui : «Io sono un grande tifoso milanista da sempre, ancora dai tempi di Mazzola e Rivera. Ho scelto Rivera, ho scelto il Milan perché Rivera era più simpatico, Mazzola invece aveva più appoggi politici, non mi è piaciuto». «Il Milan ce l’ho nel sangue e per me è sacro» disse Berlusconi, ricordato da Vittorio Dotti, capo dell’ufficio legale della Fininvest negli Anni Ottanta, nel libro “L’avvocato del diavolo”. Lo disse qualche tempo dopo aver sfiorato... l’Inter.

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