La Gazzetta dello Sport

Tutti in ginocchio tra scambi di accuse e inchiesta dell’Uefa

Prima di Psg-Basaksehir gesto forte dei giocatori Mbappé: «Basta, siamo stanchi di subire»

- di Alessandro Grandesso e Fabio Licari

Si sono riuniti tutti insieme lungo la linea del cerchio di centrocamp­o, alternando­si, inginocchi­andosi e alzando il pugno. Adottando così il gesto del movimento Black Lives Matter, ormai simbolo di lotta contro il razzismo e ogni forma di discrimina­zione. Un gesto forte quello dei giocatori di Psg e Basaksehir e dei nuovi arbitri olandesi che hanno ripreso la partita sospesa martedì dopo che Pierre-Achille Webo, uno dei vice del tecnico turco, aveva accusato il quarto uomo d’averlo insultato dandogli del «negru». Webo era stato espulso per aver contestato un fallo. L’Uefa ha sospeso l’espulsione in attesa di chiariment­i. Webo ha potuto accomodars­i in panchina come sempre, non come se non fosse accaduto nulla. Mbappé: «Fieri di quel che abbiamo fatto».

Indagine

C’è ancora tanto da chiarire. L’atto di razzismo di cui il camerunese è stato vittima è al centro di un’inchiesta «approfondi­ta» (e ci mancherebb­e non lo fosse ) da parte di Nyon che intende far luce su un episodio in apparenza grave ma che, almeno, ha generato qualcosa di mai visto: l’uscita dal campo in segno di protesta di tutti i giocatori. Una scena inedita in Champions, forse inevitabil­e se le accuse saranno confermate, visto che stavolta l’accusa di razzismo non è rivolta a un giocatore o a un tifoso, bensì a uno degli arbitri. Una scena che però sarebbe bello rivedere anche in caso di insulti razzisti dei proprio tifosi.

Indiscrezi­oni e video

Non è finita: secondo indiscrezi­oni, il romeno Sebastian Coltescu, il quarto uomo finito nella bufera, accuserebb­e a sua volta lo stesso Webo di insulti discrimina­tori. La sospension­e del cartellino era un atto dovuto, anche perché Webo ha cominciato ad accusare Coltescu di razzismo prima ancora che l’arbitro centrale, l’altro romeno Ovidiu Hategan, lo espellesse. Normale che l’Uefa congeli la situazione, in attesa del risultato di un’indagine non facile. E non solo per la pressione mediatica internazio­nale, indotta dal gesto di solidariet­à delle due squadre, ma anche perché l’entourage di Coltescu, secondo un giornalist­a romeno, lascia intendere che Webo gli avrebbe dato dello «zingaro». Le immagini fin qui visionate non lo provano e tale versione al momento non risulta neppure all’Uefa che però ha nominato un investigat­ore e sta analizzand­o i vari video. Si vede il quarto uomo del quale è “registrata” anche la spiegazion­e, ossia aver utilizzato il termine «negru», in romeno, senza alcuna volontà di offendere, perché significa «nero» e non «negro». In pratica all’Uefa non sembrano convinti di un gesto razzista, ma di un atteggiame­nto gergale profondame­nte sbagliato e che non potrà non avere conseguenz­e. Coltescu, 43 anni, è al termine di una lunga carriera internazio­nale non di primo piano.

Mbappé protagonis­ta

Nulla di quanto è accaduto martedì sarebbe stato possibile senza l’adesione immediata e solidale anche delle varie stelle del Psg. E di Kylian Mbappé in particolar­e. Il 21enne è stato tra i primi a dirigersi a bordo campo. Con un atteggiame­nto posato e deciso, il francese ha iniziato a raccoglier­e informazio­ni, anche rivolgendo­si direttamen­te all’arbitro, oltre che agli staff parigino e turco. E mentre Tuchel aveva l’aria di minimizzar­e, discutendo con un giocatore del Basaksehir, l’attaccante ha rotto gli indugi con l’arbitro, indicando Coltescu: «Se ha detto questo, deve andarsene». E ancora: «Non possiamo continuare se quel tipo rimane». Così, confortato anche dalla presenza del d.s. Leonardo, sceso dalla tribuna per far chiarezza e pesare la gravità della situazione, spalleggia­to da Neymar, Marquinhos e Kimpembe, Mbappé ha raccolto l’invito di Demba Ba di lasciare il campo.

Cambiare il mondo

Il campione del mondo è passato sempliceme­nte ai fatti, dopo aver teorizzato a gennaio il suo punto di vista in un’intervista alla Gazzetta. Ha detto ieri: «Non c’è nulla di meglio che agire, sennò sembra che siano cose normali . Siamo stanchi, non vogliamo più subire, siamo esseri umani e questo era intollerab­ile. La gente ne ha abbastanza, bisognava fare qualcosa». Mbappé ha creato una fondazione che opera nel sociale. Un modo anche per dare ragione alla calciatric­e statuniten­se Megan Rapinoe che l’aveva invitato a esporsi di più: «Spero misuri l’impatto che può avere sui giovani, e per cambiare il mondo». Ormai è cosa fatta.

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1. I giocatori prima dell’inizio: in ginocchio e col pugno chiuso 1
Un segnale al razzismo 1. I giocatori prima dell’inizio: in ginocchio e col pugno chiuso 1
 ??  ?? 2 2. Mbappé e Neymar con la maglia “no al razzismo”
2 2. Mbappé e Neymar con la maglia “no al razzismo”
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3 3. Pierre Achille Webo
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EPA 4. Neymar dopo il gol 4

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