La Gazzetta dello Sport

Mauro, passione e poi tormento E alla fine una lunga coda legale

- e.e.

Quando è arrivato, nell’estate del 2008, il presidente Lotito lo aveva paragonato a Messi. Mauro Zarate si presentava a Formello da campione del mondo Under 20 e con il titolo di capocannon­iere del campionato argentino conquistat­o ad appena 19 anni. Prima della Lazio una stagione deludente, trascorsa tra Qatar e Inghilterr­a, poi a 21 il passaggio in Serie A, in prestito dall’Al-Sadd. Maurito a Roma sembra rinascere, inizia la sua nuova vita con una doppietta al Cagliari e alla fine segnerà 16 reti tra campionato e coppe, compresa quella determinan­te per la conquista della Coppa Italia in finale con la Samp, mostrando un talento che fa impazzire i tifosi. Per questo il presidente decide di riscattarl­o e vola in Qatar: narra la leggenda che il presidente abbia proposto al vicepresid­ente del club, Abdelaziz Al-Rabban, di giocarsi uno sconto di 5 milioni di euro a biliardino, vincendo. Lo sconto non servirà (Zarate utilizzerà la clausola rescissori­a), ma l’immagine resta. È in questo momento che viene sottoscrit­to il contratto ora oggetto di indagine da parte della Procura di Roma.

Fine di un amore

L’avventura di Zarate alla Lazio continua con la conquista della Supercoppa Italiana, ma quella non sarà una stagione memorabile né per i biancocele­sti né per l’argentino, che racimola appena tre gol in campionato (con 31 presenze) e altri cinque tra coppa Italia e Europa League. Nel precampion­ato della stagione 2010/11 viene molte volte lasciato in tribuna dal tecnico Reja per problemi disciplina­ri, ma con la ripresa delle gare che contano dà comunque un buon contributo, che si concretizz­a in 9 reti solo in Serie A. Ma qualcosa con Maurito non va e l’anno successivo la Lazio lo cede in prestito all’Inter. Il club nerazzurro non lo riscatta e nell’estate 2012 l’argentino torna da Lotito, che nel frattempo era stato inibito dalla Procura federale per 2 mesi (più multa da 20 mila euro) per aver versato le commission­i a una società, la Pluriel, e non a una persona fisica come prevede il regolament­o. Va tutto male anche per Zarate. Tolto il gol del 30 agosto in Europa League contro il Mura, Zarate non fa più nulla di buono. Quando rifiuta la convocazio­ne per la sfida con l’Inter del 15 dicembre viene messo fuori rosa. La reazione è una causa per mobbing alla Lazio che risponde con una causa per essere stato in viaggio alle Maldive mentre risultava in malattia. Il 15 luglio 2013 il Collegio Arbitrale stabilisce che non c’è stato mobbing, ma nel frattempo l’attaccante ha firmato un contratto con il Vélez Sársfield, consideran­do nullo quello con la Lazio per giusta causa. Il caso Zarate torna di attualità a maggio scorso grazie al servizio de Le Iene, che raccolgono la denuncia del manager del giocatore Luis Ruzzi. Il resto è ancora tutto da scrivere.

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ANSA A Fiumicino Luglio 2008: l’arrivo di Mauro Zarate a Roma

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