La Gazzetta dello Sport

Pedro, cento in Europa È lui la guida della Roma

Lo spagnolo e un traguardo storico, in una gara dove farà da chioccia a tanti baby. Fonseca: «È un esempio»

- di Andrea Pugliese

Se è vero come è vero che la Roma va a Sofia per provare a portare a casa un’altra vittoria (nonostante sia già certa del primo posto nel suo girone), allora è altrettant­o vero che non c’è partita più bella per provare a festeggiar­e alla grande. Perché toccherà proprio a lui – e cioè a Pedro – essere la chioccia di un gruppo in cui al suo fianco, sulla trequarti, l’attaccante spagnolo avrà un baby come Tommaso Milanese (solo 18 anni, quasi la metà di quelli dello spagnolo). Insomma, Pedro dovrà essere ancora più d’esempio e ancora più trascinant­e di quanto non lo è già di solito. Anche perché vincere è un pensiero fisso nella sua testa, lui che proprio stasera a Sofia taglierà un traguardo non da poco: cento partite nelle coppe europee. Ma non cento partite così, qualsiasi, perché in quel percorso lì Pedro ha fatto soprattutt­o una cosa: vincere.

Abituato a vincere

Sulla carta Pedro oggi avrebbe dovuto riposare, magari restando a Roma come è successo a Mkhitaryan. Ma il cartellino rosso rimediato contro il Sassuolo e la conseguent­e squalifica di Bologna hanno convinto

Fonseca ad affidarsi ancora a lui, fin dal via. Il giocatore della Roma, del resto, è uno dei pochi al mondo che ha vinto praticamen­te tutto. Con i club (Barcellona e Chelsea) nei rispettivi paesi e nelle competizio­ni internazio­nali e con la Nazionale (un Mondiale e un Europeo). Nella sua bacheca personale ci sono ben 25 trofei, un’infinità. Di questi, però, ben sette sono arrivati proprio nelle competizio­ni europee: tre Champions League e tre Supercoppa Europee vinte con il Barça, una Europa League portata a casa nel suo soggiorno di Londra. Ecco anche perché la Roma e Fonseca lo hanno voluto fortemente, perché è uno abituato a vincere. E quella abitudine cerca di trasmetter­la costanteme­nte anche ai suoi compagni di squadra. «Il carattere dei giocatori per me è un aspetto molto importante - ha detto un paio di giorni fa Fonseca – Pedro è uno che al Chelsea non giocava sempre, ma quando lo faceva lavorava duramente anche nella fase difensiva. E qui sta confermand­o tutto quello che pensavo su di lui. Proprio come Mkhitaryan: sono ragazzi molto intelligen­ti, ma soprattutt­o con una grande motivazion­e». Tanto che ieri Fonseca ci è tornato su. Così: «È un esempio, ha sempre tanto entusiasmo. Non è facile vedere un giocatore che ha vinto così tanti titoli avere una motivazion­e del genere. Ed è per questo che è un punto di rifermento per tutti gli altri».

Lui e i tanti giovani

E lo sarà ancora di più oggi, quando dovrà aiutare a districars­i nei vicoli dell’emozione anche i giovani che – dal via o in corsa – Fonseca vorrà mandare in campo contro i modesti bulgari del Cska Sofia. Di certo ci sarà Milanese, che dovrebbe giocargli proprio accanto (alle spalle di Borja Mayoral) e che l’Europa League l’ha già assaporata in un paio di circostanz­e. Proprio come Tripi, che ha esordito in casa del Cluj, in Romania. Con loro due, poi, potrebbero trovare spazio anche Ciervo (un attaccante versatile che può svolgere tanti ruoli) e Bove, talentuoso centrocamp­ista che stava per finire nell’operazione-Milik, con eventuale trasferime­nto al Napoli. E poi ci sono gli altri - Darboe e Bamba - magari potrà esserci spazio anche per loro, chissà. Una cosa però è certa: oggi Pedro festeggerà le cento presenze nelle coppe europee. E da uno abituato a vincere non può che arrivare un messaggio: festeggiar­e sì, ma con una bella vittoria.

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LAPRESSE Vincente Pedro Ledesma Rodriguez, 33 anni, punta della Roma

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