A Giampaolo serve il portierone
Rendimento in flessione per il “SalvaToro”, atteso anche lui a una svolta
Il guardiano del Toro sta scoprendo anche lui il suo volto umano, quel suo profilo di normalità che, tra voli incredibili e parate al confine con lo straordinario messe in serie a ritmo industriale nell’ultimo biennio, ci aveva condotto alla convinzione che in lui non potesse coesistere. E allora, anche quel gigante dallo sguardo duro e sempre concentrato, quasi mai incline a lasciarsi andare a un sorriso, sta vivendo il suo momento di smarrimento in un inizio di stagione lento e poco rock. È bene subito chiarire: la storia non si cancella, così come il suo valore assoluto non è minimamente in discussione, ma poi ci sono i parametri evidenziati da Salvatore Sirigu nelle prime dieci giornate di questo campionato che stanno lì a testimoniare la fotografia, che più si avvicina all’oggettività, di come anche l’insuperabile Salvatore sia incappato in un periodo tutt’altro che brillante. C’è un dato su tutti che può rappresentare il punto dal quale avviare una riflessione: Sirigu è scivolato da una percentuale di parate pari al 74,26% nella stagione 2018-19 all’attuale 41,46%, passando attraverso un girone di andata del 2019-20 strepitoso (74,51%) e il ritorno dello scorso campionato nel quale aveva già evidenziato una flessione (61,22%).
Appannamento
Il Torino veste, suo malgrado, la maglia nera delle difese delle Serie A insieme al Crotone, con 24 gol incassati. Prima di giocare il derby, Marco Giampaolo aveva sottolineato come «i parametri della fase difensiva sono su buoni livelli, tranne uno: siamo ultimi nella percentuale dei gol subiti in proporzione alle occasioni concesse». Ecco, il Toro subisce un gol ogni tiro e mezzo arrivato nella propria porta, il 63% delle conclusioni si trasforma in una rete incassata. È la peggiore proporzione della Serie A. Molto sarà frutto «della casualità» invocata da Giampaolo, altro dei blackout, una quota è da addebitare agli errori individuali dei difensori, e non sarà certo tutta colpa del portiere. C’è un però, ed è quello che ci rimanda alle statistiche: il calo di rendimento in stagione di Sirigu è stato così sensibile che sorprende. Ha dimezzato la percentuale di parate, oggi compie un intervento ogni 50’ (18 parate in 900’ in cui è rimasto in campo), mentre nel ritorno 2019-20 era uno ogni 25’ (61 in 1530’), in precedenza uno ogni 21,9’ (andata 19-20, 101 in 3170’) e uno ogni 31,5’ (18-19, 78 in 1710’). Anche la puntualità nelle uscite è sbiadita: da 0,84 uscite a partita nel girone di andata 19-20 (e 0,7 a gara nel 18-19) alle 0,3 di queste prime dieci giornate.
Ritorno al passato
Come sempre in questi casi, un risultato poco lusinghiero è l’evidenza di concorso di colpa più generale, il risultato di una combinazione di fattori. Nell’ultimo biennio i balzi di Sirigu - e in diversi casi erano stati autentici miracoli, quasi da supereroe - avevano contribuito a costruire quel muro che era diventato il punto di forza. Ecco perché i numeri in flessione del portierone sardo meritano attenzione al punto da rappresentare una variabile a sé in questo spezzone del cammino granata. Serve una svolta, anche per lui e per ciò che ha rappresentato fino a questo punto della storia, perché Giampaolo non può certo prescindere dal “SalvaToro”. Rialzati, Sirigu.