La Gazzetta dello Sport

Lazio, caso Zarate la Procura di Roma indaga sugli stipendi

Anche la Procura di Roma ha avviato un’inchiesta

- di Esposito, Piccioni

Si indaga sui pagamenti al giocatore. Le ipotesi di reato sono evasione fiscale e false attestazio­ni in bilancio

Il caso Zarate-Lazio non è ancora concluso. A indagare sui pagamenti del club biancocele­ste all’attaccante argentino, oltre alla Consob che era intervenut­a perché la società biancocele­ste è quotata in Borsa, c’è ora anche la Procura della Repubblica di Roma, che ha aperto un fascicolo per fare chiarezza su quanto accaduto. Le ipotesi di reato sono evasione fiscale e false attestazio­ni in bilancio, al momento a carico di ignoti. Il pm Silvia Sereni e il procurator­e aggiunto Stefano Pesci hanno incaricato delle indagini il nucleo di polizia economico-finanziari­a della Guardia di Finanza, che sta continuand­o a raccoglier­e informazio­ni, tra cui quelle che emergono dagli atti ricevuti dalla Procura federale che ha archiviato la propria inchiesta il 6 novembre.

Le accuse

Al momento l’unico ascoltato, il 12 ottobre come persona informata sui fatti, è Luis Ruzzi, il consulente del giocatore che a maggio aveva denunciato i presunti illeciti compiuti dal presidente Lotito nel pagare il giocatore tra il 2009 e il 2013 alla trasmissio­ne di Italia 1 Le Iene: «Lotito ci promise 20 milioni di stipendio in cinque anni. Solo che da bilancio l’ingaggio risultava di 7 milioni, gli altri 13 sarebbero arrivati sotto forma di commission­i che la Lazio avrebbe versato alla Pluriel, una società londinese di Riccardo Petrucchi, e da questa sarebbero poi stati girati ad una società uruguaiana intestata al fratello di Zarate», Sergio, titolare della Moisen. Questo sistema di pagamento, confermato in trasmissio­ne dallo stesso attaccante, avrebbe funzionato per i primi due anni di contratto (2009/10 e 2010/11), interrompe­ndosi nella stagione successiva quando Zarate venne mandato in prestito all’Inter. Ma nella stagione 2012/13, stando a quanto rivendicat­o da agente e giocatore anche in una raccomanda­ta inviata alla Lazio l’8 novembre 2019, Zarate avrebbe percepito soltanto la parte di ingaggio fissata dal suo contratto (1,3 milioni), ma mancherebb­ero i 3 milioni che sarebbero dovuti entrare nelle casse della Moisen dalla Pluriel (mentre il quinto Mauro sciolse il rapporto e si trasferì al Velez Sarsfield). L’attaccante, nella stessa raccomanda­ta (in cui si precisava pure che «la presente vale anche a interrompe­re eventuali termini di prescrizio­ne»), accusa il club di aver beneficiat­o di «un indebito vantaggio fiscale» per il «mancato versamento delle ritenute e dei contributi». Materia su cui adesso sta lavorando la Procura di Roma.

La controdenu­ncia

Davanti a tutto questo Lotito non è rimasto a guardare e dopo il servizio de Le Iene ha fatto partire una controdenu­ncia per estorsione contro Ruzzi, ora in mano al pm Antonella Nespola che ha affidato le indagini alla

Guardia di Finanza. «Lo stipendio di Zarate era di 7 milioni netti in 5 anni - spiega l’avvocato della Lazio Gian Michele Gentile -, il compenso alla Pluriel si giustifica perché al momento dell’acquisto del giocatore ci ha fatto risparmiar­e 15 milioni grazie a una clausola rescissori­a di 20. Sono due rapporti diversi. Con Zarate abbiamo chiuso il contenzios­o nel dicembre 2018, riconoscen­dogli parte di arretrati e bonus, e al termine di un’altra causa abbiamo anche pagato 3,2 milioni alla Pluriel, segno che le due cose non erano legate».

La Procura federale

Di certo, come dimostrano i bilanci della società biancocele­ste, i 20 milioni dalle casse della Lazio sono usciti. E questo è anche il motivo per cui la Procura federale ha optato per l’archiviazi­one: l’indagine ha infatti accertato l’avvenuto integrale pagamento degli importi dovuti a Zarate e alla Pluriel per l’attività di mediazione nel trasferime­nto del calciatore, pur rendendosi conto che su alcune di queste attività esistano ancora contenzios­i civili pendenti, non di competenza della giustizia sportiva. Per profili legati ad eventuali violazioni della normativa penale in materia tributaria, quelle appunto ipotizzate da Ruzzi, la competenza è della Procura della Repubblica, a cui è stato infatti fornito l’intero fascicolo, che comprende tra le altre cose le audizioni delle persone coinvolte, compreso Sergio Zarate. Se dal lavoro della Guardia di Finanza e del pm Sereni dovessero emergere nuovi elementi, la Procura federale potrebbe tornare a valutare il caso per la terza volta (la prima era stata nel 2012, dopo le accuse di Di Canio sulle maxi commission­i di Zarate e si concluse con l’inibizione di Lotito per due mesi). In particolar­e se venisse accertato il reato di falso in bilancio, su cui vigila la Covisoc per garantire le iscrizioni al campionato, la Procura Figc sarebbe chiamata ad aprire un nuovo fascicolo e a coinvolger­e proprio la Covisoc per accertamen­ti. Una lunga storia che però non è ancora finita.

Al lavoro

La Finanza ha acquisito il fascicolo della Procura federale

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