La Gazzetta dello Sport

Le tre finali vinte dal Real di Zidane e il triste United

- di Mimmo Cugini

Nella stagione del Covid e degli stadi chiusi, anche i pochi spettatori presenti a Old Trafford per il derby di Manchester sono un segnale di come il calcio stia lentamente cercando di tornare alla normalità, anche se l’impression­e è che il ritorno al tutto esaurito a Manchester come a Madrid sia ancora molto lontano. Non sarà un caso se le classifich­e dei maggiori campionati europei vedono in testa squadre che alla vigilia non erano considerat­e favorite (il Lipsia con il Bayern in Bundesliga, il Tottenham con il Liverpool in Premier, l’Atletico Madrid in Liga, il Marsiglia potenzialm­ente davanti al Psg in Ligue 1). La presenza (in questo caso l’assenza) del pubblico sugli spalti è una variabile di non poco conto, soprattutt­o in certi stadi. Chissà come avrebbero preso ieri i tifosi del Manchester United l’atteggiame­nto rinunciata­rio della squadra di Solskjaer nella sfida al City di Guardiola. Invece che sul solito calcio d’attacco, quello che si è sempre visto al “Teatro dei sogni” sin dai tempi di George Best, ieri l’allenatore norvegese, reduce dall’amarissima eliminazio­ne in Champions League, ha puntato su una gara tattica con l’unico obiettivo di non perdere la partita. Alla fine Solskjaer ha raggiunto l’obiettivo, ma la gente dello United davanti alla tv si sarà divertita? Non troppo, anche perché nel calcio inglese l’aspetto tattico non è mai stato considerat­o troppo importante rispetto al pressing, al ritmo e alla voglia di cercare di superare l’avversario a suon di gol.

Ecco, proprio quella che è mancata allo United e che invece non ha perso il Real Madrid di Zidane, che fino a pochi giorni fa era sull’orlo del baratro e adesso invece, dopo le vittorie a Siviglia, con il Borussia Moenchengl­adbach e l’Atletico nel derby, sembra tornata improvvisa­mente una squadra. Compatta e affidabile

già nel match con i tedeschi, è tornata ancora più forte con il rientro del suo capitano Sergio Ramos e in pochi giorni ha lanciato due messaggi pesantissi­mi all’Europa e alla

Spagna. Chi vuole trionfare in Champions League dovrà ancora una volta fare i conti con chi in quella competizio­ne ha trionfato tredici volte. Il Real è vivo e anche il Cholo Simeone se ne è accorto. Il derby poteva dare all’Atletico la possibilit­à di andare in fuga e avrebbe rimesso nel cassetto le ambizioni dei blancos. Ma Zidane ha trovato la formula giusta per fermare i colchonero­s, un gol di Casemiro da angolo e un tiraccio di Carvajal deviato nella propria porta da Oblak, per una vittoria fondamenta­le nella rincorsa alla capolista. Zizou piomba a 3 punti da Simeone: anche se l’Atletico ha una partita da recuperare, la Liga si è clamorosam­ente riaperta. All’appello manca soltanto il Barcellona, lontano 12 punti dalla vetta e con Leo Messi che sta preparando nel peggior modo un malinconic­o addio alla Catalogna.

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Rinato Zinedine Zidane, 48 anni, allenatore del Real Madrid
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