La Gazzetta dello Sport

Dionigi, gran debutto Questo Brescia piace La Salernitan­a delude

Nuovo modulo, più carattere e subito 3 gol Belec evita a Castori una sconfitta più netta

- di Guglielmo Longhi

La tripletta Apre Van de Looi e raddoppia Spalek: la chiude Bjarnason

Il regalo Tutino, con un rigore omaggio, salva la faccia alla sua squadra

Può una squadra cambiare e rinascere da se stessa dopo due allenament­i? Può, come no, per informazio­ni chiedere a Davide Dionigi che Capello ai tempi del Milan chiamava affettuosa­mente «Cavallo pazzo» per la sua anarchia in campo. E invece, in panchina, ha usato coraggio e creatività cambiando il Brescia e stravolgen­dolo nel senso migliore della parola: tre gol alla frastornat­a Salernitan­a, k.o. dopo tre vittorie di fila ma ancora capolista. Tre gol, ma potevano essere il doppio se Belec non avesse fatto cose incredibil­i compreso la papera sul 3-1 di Bjarnason. Brescia più forte di tutto: della classifica tremolante, dell’autostima ridotta agli sgoccioli dopo Lopez, anche dell’arbitro che s’inventa un rigore per un contatto tra Van de Looi e Di Tacchio che vede solo lui.

Mosse vincenti

Dionigi sorprende non solo per la qualità del gioco. Intanto, nuovo modulo: difesa a 3 con Martella adattato a fare il centrale e Sabelli spostato in avanti a coprire tutta la fascia destra per poi, se necessario, fare il terzino. E’ la mossa che manda in crisi la Salernitan­a: con Casasola in affanno, Sabelli fa partire quasi tutte le azioni, come quella del 2-0. A proposito, da rivedere il numero col quale Torregross­a si libera di Gyomber. Delizioso. Seconda mossa: niente tridente con due ali larghe, ma Spalek e Ragusa che giocano leggerment­e dietro il centravant­i e si accentrano per far transitare Sabelli e Martella: è un 3-4-2-1 molto offensi

vo. La partenza bruciante (4 tiri in 3’, compreso il gol alla Paolo Rossi di Van de Looi) dimostra la voglia di aggredire del Brescia. Ma non è una fiammata, nessuno vuole vivere di rendita. Arriva il raddoppio, poi il regalo di Aureliano. Nel secondo tempo il ritmo cala e Dionigi si copre: un centrale vero (Mangraviti) per Jagiello, un attaccante per Spalek, un centrocamp­ista per Ragusa: 3-5-2. Mosse azzeccate: è proprio Bjarnason a chiudere la partita.

Una sola occasione degna di questa nome (Cicerelli), la difesa blindata che si scopre fragile, zero idee, neppure il mono-schema del lancio lungo per Djuric. Mai in partita, sempre ad aspettare nella sua metà campo, rinunciand­o come da copione al possesso palla. Ma anche la decantata organizzaz­ione di Castori non si è vista: il rigore immeritato è rimasto un episodio senza seguito. L’effetto Dionigi ha travolto tutti.

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ANSA Buona la prima Davide Dionigi, 46 anni, a Brescia ha preso il posto di Diego Lopez

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