La Gazzetta dello Sport

BOBO NATALE

«Inter, assalto allo scudetto Ma la Juve ha Moraldo e il Milan la testa di Ibra»

- di Andrea Elefante

Il super ex delle tre grandi ci racconta cosa accadrà da qui al 23 ( ma non solo) «E anch’io vorrei un regalo: la gente allo stadio»

Il Napoli è forte e abituato a stare lassù. Se Rino lo fa diventare cattivo...

Il Bobo show Christian Vieri ha giocato con Juventus, Inter e Milan

Christian Vieri, le piace come titolo “Bobo Natale”?

«Sì, se i regali me li fate voi».

3Lei ci faccia un’analisi della classifica. Prima delle gare di oggi recita: Milan, Sassuolo, Inter, Napoli, Juventus. C’è qualche intruso?

«Se guardi i nomi il Sassuolo, ma per come gioca merita di stare lì. Le altre ci sono sempre state, lassù».

3Se la aspetta molto diversa a maggio?

«Maggio? Ma mancano 28 partite: è un campionato intero».

3Giriamo la domanda: lotta scudetto fra quelle quattro o la ridurrebbe a Milan, Inter e Juve, le sue ex squadre? «Mettiamoci anche il Napoli, la Lazio e forse pure l’Atalanta».

3E da qui a Natale cosa può cambiare?

«Poco o nulla. Ma io la classifica la riguarderò solo a sei-sette partite dalla fine: li può nascere un’altra storia».

3 Ci ha detto un paio di mesi fa: la Juve resta la più forte ma vince da nove anni, dunque l’Inter avrà più fame. «Confermo. Tanto più adesso che l’uscita dalla Champions, purtroppo, le lascia solo un obiettivo: darà tutto quello che ha per vincere lo scudetto».

3Diciamo pure che la «obbliga» a vincere lo scudetto. «Nessuno è obbligato a fare nulla. Però Conte ha una squadra fortissima: giocando una volta alla settimana ha tutto per riuscirci».

3 «Giocare in Champions ti spinge anche in campionato». Oppure: «Senza la pressione e le fatiche della Champions in campionato si è avvantaggi­ati». Lei di che partito è?

«Del partito che l’Inter deve giocare la Champions, sempre. Perché ha giocatori di livello superiore e perché è sempre stato nel suo DNA».

3Lo è meno giocare un calcio di qualità? Quello che in Europa di solito fa la differenza? «Quando sento dire che l’Inter non ha qualità, rispondo: bugia. Ne ha più che abbastanza per battere lo Shakhtar: se hai vinto a Moenchengl­adbach, in qualche modo vinci anche la partita in casa che ti dà gli ottavi».

3Troppo nervoso, Conte? «Conte è questo: punto. Non l’ho mai visto un giorno tranquillo, sia che vinca 5-0 sia che perda 3-0».

3Ma un piano B secondo lei ce l’ha? «Gli unici piani che conosco sono quelli dei palazzi: primo, secondo, terzo, attico».

3Gliela rifacciamo: l’Inter gioca troppo spesso nello stesso modo?

«Ecco, meglio: quando le cose non vanno bene, un allenatore deve essere bravo a cambiare in corsa. Da quello che si vede, Conte non lo fa sempre. Io vorrei vedere Eriksen di più, credo darebbe una grande mano, però è l’allenatore che vede i giocatori tutti i giorni: noi possiamo dire solo quello che vediamo da fuori».

3Eriksen resterà a gennaio? «No: secondo me se ne va».

3Cosa ha detto la partita di Barcellona alla Juve? «Stupito? Zero. La Juve può vincere contro chiunque: perché ha grandi giocatori e ha Cristiano Ronaldo. Con lui, non ci sono limiti».

3Juve troppo Ronaldo dipendente?

«Ha giocato alcune partite senza di lui e non ha vinto: un po’ lo è. Ma dove sta la sorpresa? Il Barcellona non è Messi dipendente? E se non gioca Lukaku, l’Inter non lo sente?».

3Si aspettava un Morata così? «Sì, perché lo seguo da anni. Prima era più un concretizz­atore da area, adesso gioca di più con la squadra e per la squadra: tiene palla, sa quando darla, la aiuta ad attaccare. E’ migliorato tanto, ma il motivo è semplice: ha fatto tantissima esperienza in giro per l’Europa».

3Lui e Ronaldo sono intoccabil­i: Dybala rischia di diventare un equivoco?

«Problemi del nostro amico Andrea Pirlo: ‘sta patata se la pela lui...».

3Ha sempre pensato che per vedere la mano di Pirlo fosse solo questione di tempo?

3Fra quanto anche lei ne trasmetter­à a una sua squadra? «Per ora mi sono iscritto al Corso Uefa A di Coverciano, ma il patentino devono ancora darmelo...».

3Si pensava: senza Ibrahimovi­c, il Milan farà fatica.

«E invece no. Ha dimostrato di essere solido, che c’è grande voglia di lottare insieme, di fare sacrifici, soprattutt­o di vincere. Stanno bene fisicament­e e mentalment­e, con e senza Ibra: e infatti ne hanno vinte tante, anche in sua assenza. Ma fra poco il leone rientra. E il leone ha fame, come dice lui».

3Prima impression­e vedendo il Milan?

«Entusiasmo, e con quello non senti niente: se vinci e torni alle cinque di mattina non fai fatica, se perdi ti sembra di non dormire da tre giorni, e hai tutti i dolori del mondo».

3Rebic vale più gol?

«Sì ma li farà, perché è sempre in mezzo all’azione. E perché Ibrahimovi­c fa giocare meglio tutti».

3E ha la testa libera: è anche il segreto del Milan senza obblighi di scudetto?

«Loro non devono pensare a nulla fino a sei-sette partite dalla fine, quando si guarderann­o in faccia e si diranno: dove siamo? Vogliamo vedere dove possiamo arrivare?»,

3 Lo dirà anche Gattuso ai suoi?

«Il Napoli non è solo forte: lotta lì in alto da anni, con un gruppo che gioca insieme da tanto tempo e ha già rischiato di vincere lo scudetto due volte. Gattuso, che sa essere anche “cattivo”, gli darà il suo carattere: sì, anche il Napoli correrà fino alla fine».

3Insomma: ce lo dice a chi regala lo scudetto, questo campionato?

«No, le dico solo il regalo che potrebbe farci: riaccoglie­re un po’ di pubblico. Senza quella adrenalina non è calcio, non si va avanti. Desiderio troppo grande, eh?».

Non è vero che l’Inter non ha qualità, ora da Conte mi aspetto che cambi di più in corsa

Che gruppo, vince con e senza Ibrahimovi­c. Però fra poco torna il leone, e il leone ha fame

E’ un po’ dipendente da Ronaldo, ma anche il Barça lo è da Messi. E Morata è migliorato tanto

Vorrei vedere più Eriksen, darebbe una mano. Ma credo che a gennaio se ne andrà

Dybala può diventare un equivoco? Questa patata se la pela l’amico Andrea Pirlo...

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«Se non avesse meritato la Juve non lo avrebbero messo lì. Vuol dire che hanno fiducia nelle sue idee: ora deve finire di trasmetter­le alla squadra».
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