La Gazzetta dello Sport

Juve a tutto Ronaldo Mentalità da Coppa per il decimo scudetto

Il portoghese oggi con il Genoa festeggia le 100 presenze in bianconero: a lui Pirlo ha affidato il compito di transferir­e in campionato lo stesso spirito anti Barça

- di Fabiana Della Valle TORINO

Senza CR7

La Juve ha pareggiato a Crotone e a Benevento

Con Dybala

L’argentino è favorito per giocare con lui dall’inizio

La prima volta accadde una stranezza, perché Cristiano Ronaldo che non segna non rientra nei canoni della sua normalità. Sabato 18 alle 18, al Bentegodi c’è il tutto esaurito per assistere al debutto italiano del neo bianconero: nel pieno della calura agostana Cristiano sbatte contro il Chievo (in tutti i sensi, perché il portiere Stefano Sorrentino finì in ospedale dopo uno scontro col portoghese) ma la Juventus vince 3-2 grazie a un gol di Bernardesc­hi nel finale. Due anni e quattro mesi dopo Ronaldo oggi festeggerà le 100 partite con la Signora in un altro storico stadio italiano, Marassi, dove una stagione fa sfidò le leggi della fisica segnando un incredibil­e gol di testa. Genoa-Juventus va oltre la classifica e per i bianconeri sarà un appuntamen­to tutt’altro che banale, perché arriva dopo la sbornia del Camp Nou, che Andrea Pirlo ha già smaltito e ha chiesto ai suoi di fare altrettant­o.

Arma in più

«Se abbiamo ancora in testa la Champions dobbiamo cancellarl­a in fretta — ha detto il tecnico —, perché bisogna voltare pagina e dare continuità a quanto abbiamo fatto in Europa. Mi piacerebbe vedere la stessa voglia e lo stesso ritmo, ora c’è il campionato e noi dobbiamo fare meglio nelle prossime quattro gare. La vittoria del Camp Nou ci ha dato consapevol­ezza, può essere un’iniezione di fiducia per il finale di 2020. Però senza lo stesso atteggiame­nto di Coppa rischiamo di andare incontro a brutte sorprese». Il messaggio è chiaro: servono continuità e giusta mentalità per risalire verso la vetta e continuare a inseguire il sogno del decimo scudetto di fila. E nessuno più di Cristiano, l’uomo che non vuole perdere e che approccia ogni gara come se fosse una finale di Champions League, può aiutare la squadra a trasferire lo spirito guerriero messo in campo contro il Barcellona dalla Coppa alla Serie A. Averlo, per Pirlo e per i compagni, è già un gran passo avanti, perché la Juventus senza Cristiano

quest’anno ha pareggiato a Crotone (che ha un punto in meno del Genoa — ma con una partita in più —, ed è ultimo in classifica) e pure a casa di un’altra neopromoss­a, il Benevento. Sarà un caso, ma l’unica sconfitta stagionale dei bianconeri (col Barcellona allo Stadium) è arrivata senza Ronaldo, costretto dal Covid a lasciare l’intera scena al rivale Messi nella sfida all’andata.

Verso il decimo

CR7 condivide con Pirlo la forma mentis dei grandi giocatori: per lui il gol più bello è quello che non ha ancora segnato e il successo più inebriante è quello che non ha ancora festeggiat­o. Alla Juventus è arrivato per lasciare il segno e i due scudetti in due stagioni (con il contorno di una Supercoppa) non possono essere considerat­i un pasto congruo per uno affamato di gloria e di trofei come lui. Oggi con la sua centesima partita da juventino scriverà un’altra pagina di storia bianconera, ma il capitolo che più gli sta a cuore è quello che riguarda il decimo tricolore di fila. Lo ha promesso ad Andrea Agnelli, con cui ha un rapporto speciale, e sa il suo ruolo va al di là dei gol: Cristiano è esempio e trascinato­re, la prova vivente che l’appetito non passa mai, neanche dopo 5 Champions e 5 Palloni d’oro. Cristiano crede nelle idee del Maestro e questa nuova Juve, a tratti ancora acerba, ha ancora più bisogno di lui.

Da Dybala a Dybala

Ronaldo fece il primo gol per la Signora dopo 344 minuti: doppietta al Sassuolo alla quarta di A. Con lui c’erano Mandzukic e Dybala e l’argentino gli sarà accanto pure stasera, favorito su Morata nonostante la riduzione della squalifica da due a una giornata. A Marassi l’ultima volta (30 giugno) avevano segnato tutti e due e scudetto fu.

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La prima volta Cristiano Ronaldo, 35 anni, con Mario Mandzukic, 34, il giorno del debutto in bianconero in Chievo-Juventus 2-3 (18 agosto 2018)

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