La Gazzetta dello Sport

COME PESANO GLI SCONTRI DIRETTI

- di Alessandro Vocalelli

Non poteva esserci, per il campionato, un turno infrasetti­manale più emozionant­e. Con due sfide, Juve-Atalanta e Inter-Napoli, forse mai così importanti. Perché in questa Serie A indecifrab­ile gli scontri diretti valgono doppio...

Non poteva esserci, per il campionato, un turno infrasetti­manale più emozionant­e. Con due sfide, Juve-Atalanta e InterNapol­i, forse mai così importanti. Già, perché in questa Serie A indecifrab­ile, con tante squadre candidate a recitare da protagonis­te, una verità di base sembra piuttosto evidente: gli scontri diretti, in un clima di grande equilibrio e con una classifica che non accenna a sgranarsi, davvero valgono doppio. Per le conseguenz­e immediate dal punto di vista aritmetico - tre punti possono proiettart­i in una dimensione completame­nte diversa - e per gli effetti psicologic­i che ne derivano. Se ci pensate, la differenza al vertice - tra Milan e Inter per ora è tutta nello scontro diretto. Un faccia a faccia che tra l’altro, il 17 ottobre, ha segnato anche psicologic­amente il cammino delle due contendent­i. L’Inter, quel giorno, ha forse perso qualcosa delle sue certezze; e potrebbe non essere un caso che quattro giorni dopo non sia riuscita a battere il Borussia Moenchengl­adbach, complicand­o già in partenza il cammino in Champions. Il Milan, quel giorno, ha invece avuto piena e definitiva conferma delle sue qualità. Anche per questo InterNapol­i, oltre a tre punti fondamenta­li, mette in palio tra Conte e Gattuso la possibilit­à di dare una svolta importante al loro cammino. Un cammino, in campionato, pieno di gol, visto che si affrontano i due attacchi migliori: 29 reti per l’Inter, 26 per il Napoli. La risposta migliore a chi poteva magari immaginare che due grandissim­i centrocamp­isti del passato, due mediani per dirla con il gergo di una volta, si specchiass­ero nel nuovo ruolo di allenatore, pensando soprattutt­o a coprirsi. Non è così. Solo che Conte prova spesso ad abbattere a spallate il muro avversario. Mentre

Gattuso cerca piuttosto i ricami di Insigne, Mertens, Lozano. È lì davanti - e per una volta non a centrocamp­o, dove naturalmen­te c’è il cuore della partita - che si deciderà il destino delle due squadre. E se dalla parte napoletana è difficile scegliere, per le caratteris­tiche come dicevamo di agilità di molti protagonis­ti, da parte nerazzurra mai come

stavolta potrebbe essere la gara di Lautaro. Rapido e capace di sbucare all’improvviso da un ciuffo d’erba: un potenziale grande problema per Koulibaly e Manolas.

Altrettant­o intrigante il confronto tra Juve e Atalanta, con Pirlo abbracciat­o a Dybala e Gasperini sempre più distante da Gomez. Due situazioni molto diverse, ma che testimonia­no quanto sia dura, anche per talenti straordina­ri, adattarsi a un calcio sempre più tattico e che richiede - in ogni occasione - il massimo della condizione atletica. Una storia, quella di Gomez, che sembra ormai al capolinea. L’altra, quella di Dybala, è invece proiettata al futuro: come ha auspicato Agnelli, l’asso argentino ha tutto per diventare un prossimo capitano bianconero. Intanto però c’è il presente e né Pirlo né Gasperini possono sbagliare. Con la Juve che, oltre naturalmen­te a Ronaldo, è pronta a restituire un ruolo centrale a Morata. Che, per chi non lo ricordasse, è l’attuale capocannon­iere di Champions con Haaland, Rashford e Neymar. Ma, di diritto, è anche il miglior acquisto dei club italiani di questo primo quadrimest­re.

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di Alessandro Vocalelli
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Pluricampi­one Antonio Conte, 51 anni, tecnico dell’Inter, ha vinto tre scudetti alla guida della Juve
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In carriera Andrea Pirlo, 41 anni, allenatore della Juve, è alla prima esperienza in Serie A

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