COME PESANO GLI SCONTRI DIRETTI
Non poteva esserci, per il campionato, un turno infrasettimanale più emozionante. Con due sfide, Juve-Atalanta e Inter-Napoli, forse mai così importanti. Perché in questa Serie A indecifrabile gli scontri diretti valgono doppio...
Non poteva esserci, per il campionato, un turno infrasettimanale più emozionante. Con due sfide, Juve-Atalanta e InterNapoli, forse mai così importanti. Già, perché in questa Serie A indecifrabile, con tante squadre candidate a recitare da protagoniste, una verità di base sembra piuttosto evidente: gli scontri diretti, in un clima di grande equilibrio e con una classifica che non accenna a sgranarsi, davvero valgono doppio. Per le conseguenze immediate dal punto di vista aritmetico - tre punti possono proiettarti in una dimensione completamente diversa - e per gli effetti psicologici che ne derivano. Se ci pensate, la differenza al vertice - tra Milan e Inter per ora è tutta nello scontro diretto. Un faccia a faccia che tra l’altro, il 17 ottobre, ha segnato anche psicologicamente il cammino delle due contendenti. L’Inter, quel giorno, ha forse perso qualcosa delle sue certezze; e potrebbe non essere un caso che quattro giorni dopo non sia riuscita a battere il Borussia Moenchengladbach, complicando già in partenza il cammino in Champions. Il Milan, quel giorno, ha invece avuto piena e definitiva conferma delle sue qualità. Anche per questo InterNapoli, oltre a tre punti fondamentali, mette in palio tra Conte e Gattuso la possibilità di dare una svolta importante al loro cammino. Un cammino, in campionato, pieno di gol, visto che si affrontano i due attacchi migliori: 29 reti per l’Inter, 26 per il Napoli. La risposta migliore a chi poteva magari immaginare che due grandissimi centrocampisti del passato, due mediani per dirla con il gergo di una volta, si specchiassero nel nuovo ruolo di allenatore, pensando soprattutto a coprirsi. Non è così. Solo che Conte prova spesso ad abbattere a spallate il muro avversario. Mentre
Gattuso cerca piuttosto i ricami di Insigne, Mertens, Lozano. È lì davanti - e per una volta non a centrocampo, dove naturalmente c’è il cuore della partita - che si deciderà il destino delle due squadre. E se dalla parte napoletana è difficile scegliere, per le caratteristiche come dicevamo di agilità di molti protagonisti, da parte nerazzurra mai come
stavolta potrebbe essere la gara di Lautaro. Rapido e capace di sbucare all’improvviso da un ciuffo d’erba: un potenziale grande problema per Koulibaly e Manolas.
Altrettanto intrigante il confronto tra Juve e Atalanta, con Pirlo abbracciato a Dybala e Gasperini sempre più distante da Gomez. Due situazioni molto diverse, ma che testimoniano quanto sia dura, anche per talenti straordinari, adattarsi a un calcio sempre più tattico e che richiede - in ogni occasione - il massimo della condizione atletica. Una storia, quella di Gomez, che sembra ormai al capolinea. L’altra, quella di Dybala, è invece proiettata al futuro: come ha auspicato Agnelli, l’asso argentino ha tutto per diventare un prossimo capitano bianconero. Intanto però c’è il presente e né Pirlo né Gasperini possono sbagliare. Con la Juve che, oltre naturalmente a Ronaldo, è pronta a restituire un ruolo centrale a Morata. Che, per chi non lo ricordasse, è l’attuale capocannoniere di Champions con Haaland, Rashford e Neymar. Ma, di diritto, è anche il miglior acquisto dei club italiani di questo primo quadrimestre.