Francia, crac Mediapro Il pericolo che la Serie A ha scampato due volte
Questa è la storia di un doppio scampato pericolo. È la storia, attualizzata, di Mediapro e dei diritti tv. Un tormentone che negli ultimi tre anni ha illuso e agitato il calcio italiano. Un pasticciaccio brutto che peraltro non si è ancora esaurito nelle aule dei tribunali. Alla vigilia della pubblicazione del bando di vendita della Serie A per il prossimo triennio 2021-24, ne discuterà venerdì l’assemblea di Lega, dalla Francia giungono notizie di un crac che rischia di mandare gambe all’aria un sistema fragile quasi quanto il nostro e come il nostro ulteriormente colpito dalle patologie della pandemia. Mediapro è quel gruppo audiovisivo, in origine spagnolo e da oltre due anni e mezzo diventato di proprietà cinese, che nel 2018, fra lo scetticismo dei più, con un colpo a sorpresa si era aggiudicato i diritti domestici della Serie A per il triennio 2018-21, promettendo un minimo garantito di 1.050.001.000 euro che aveva ingolosito i presidenti meno avveduti. Erano stati i soliti noti di Infront e dintorni, spalleggiati dal loro fedele scudiero Lotito, a suggerire di introdurre la possibilità, visto che i pacchetti predisposti non avevano ricevuto dai broadcaster offerte adeguate, di cedere l’intero campionato a intermediari finanziari indipendenti. Così fu aperta la strada a Mediapro che circuì gli incauti presidenti con l’idea di creare un apposito canale televisivo capace di valorizzare sette giorni su sette i contenuti della Serie A e di rivendere le sue produzioni, partite comprese, alle altre emittenti interessate. Peccato che in quel modo Mediapro avrebbe agito non come intermediario indipendente, ma come operatore della comunicazione, in violazione della legge che vieta di acquisire in esclusiva tutte le dirette. Si profilava perciò una lunghissima battaglia giudiziaria con i broadcaster tradizionali, a partire da Sky, che venne evitata soltanto grazie al fatto che Mediapro non presentò nei tempi previsti le garanzie bancarie richieste. In Lega prevalse la ragione e il contratto già firmato venne considerato risolto (la controversia legale per i risarcimenti è peraltro ancora in corso).
Ai francesi è andata peggio. Anche loro illusi dall’offerta monstre di Mediapro (814 milioni all’anno per quattro anni per 8 partite a giornata di Ligue 1 e tutta la Ligue 2), si trovano oggi sull’orlo della bancarotta. Il piano industriale di Mediapro – un canale, Telefoot, interamente dedicato – prevedeva quattro milioni e mezzo di abbonati ed è clamorosamente fallito: ai club è stata pagata la rata prevista a inizio agosto, ma non quelle di ottobre e dicembre. Il segnale
si sta spegnendo ed è in via di definizione un accordo che prevede la restituzione dei diritti e una transazione di 100 milioni, a fronte dei 325 dovuti finora, per evitare altre code
giudiziarie. Alla Lega francese non resta che cercare di rivendere il campionato a Canal+ (per capirci, la loro Sky), che però già beffato da Mediapro ora ovviamente gioca clamorosamente al ribasso, allungando ulteriori ombre sulle possibilità di sopravvivenza delle società che già hanno ricevuto un paio di prestiti garantiti dal governo e non hanno più la possibilità di chiedere altri aiuti.
E pensare che Mediapro soltanto un anno e mezzo fa si era ripresentata ai club di Serie A, appoggiata dai vecchi interlocutori razza Infront, per riproporsi come produttore del canale della Lega e aveva di nuovo trovato alcuni lotitiani paladini della proposta, altri pronti a ricascarci e altri ancora tentati, benché non convinti. Per fortuna, ancora una volta non se ne fece niente. Ma il pericolo, sotto altre spoglie, è ancora dietro l’angolo.