Non solo Datome È festa per tutti Milano domina il Fenerbahce
L’Olimpia tocca anche il +20 Messina: «Una gara completa»
Nella serata del ritorno di Gigi Datome sul Bosforo, dove col Fenerbahce conquistò nel 2017 la prima Eurolega turca, s’impone d’imperio una Milano mai vista da queste parti. Il successo è intriso di dominio, tanto da certificare lo status superiore dell’Olimpia che annienta una ex grande, ora alle prese con una difficile transizione. Milano non vinceva sul campo del Fener dal 2014 e mai lo aveva fatto con queste modalità.
Superiorità
La reazione al primo k.o. italico, domenica con Brindisi, è dunque clamorosa fors’anche perché il ritorno di Rodriguez dall’infortunio, Delaney e Hines dal forzato turnover in campionato, disegna un contesto ben diverso. I turchi devono rinunciare a totem Vesely, precludendosi il gioco interno perché Hamilton, Barthel e Duverioglu appaiono subito inadeguati. Poi il Fenerbahce ci piazza l’aggravante, peccando di supponenza quando pensa di poter sfidare Milano al tiro. Non la miglior idea del mondo, sollecitata dall’ingannevole primo quarto in cui i turchi chiudono con 6/8 dall’arco tallonati però da Milano (5/7). Lì avrebbero dovuto capire, gli uomini di Kokoskov, che il miglior attacco dell’Eurolega andrebbe fermato con una difesa feroce, non quella mediocre vista in seguito. Milano invece è eccellente nelle due parti del campo, forza ben 17 palle perse, sfrutta al massimo la transizione, domina nei quarti centrali toccando anche il +20, trovando linfa da tutti, per poi rilassarsi sull’ultima discesa. E dopo aver stoppato l’anno scorso la striscia di dieci sconfitte consecutive, fa impressione annotare una partita già chiusa dopo 30 minuti in casa del Fenerbahce. Con loro erano quasi sempre batoste, ma ora sì, il vento è cambiato. «Abbiamo giocato una partita completa - dice un raggiante Messina -, molto disciplinata in attacco, dove abbiamo avuto pazienza, siamo andati a cercare le situazioni giuste in post e nei pick and roll, e anche in difesa soprattutto nel secondo e terzo quarto siamo stati efficaci. Battere il Fenerbahce non è mai facile, perché è una squadra profonda, grossa, che ha talento, esperta, anche se ovviamente era privo di un giocatore come Jan Vesely. Per noi è stata una vittoria molto importante».
Protagonisti
Spicca, su tutti, LeDay per tre quarti immarcabile. Zach pastura su chiunque gli si pari davanti, ribadendo l’ottimo bagaglio offensivo. Ma è l’impatto collettivo, come sempre, a fare la differenza. Datome vive il proprio amarcord cucendo punti importanti e portando a casa pure una targa ricordo consegnata dall’amico Mahmutoglu. «Gigi ha giocato una partita completa - prosegue il coach dei milanesi -. Anche lui è stato super, ha attaccato, ha difeso, ha preso i rimbalzi e ci ha dato grande calma nei momenti in cui serviva. È stato un vero leader per noi. Sono molto contento per lui, perché ha giocato bene contro la sua ex squadra, in una città in cui è stato amato: è un segno di grande rispetto». Brooks è cemento difensivo, così come Punter, quasi più brillante dietro che davanti. Poi la coppia Shields-Hines quella con cui Milano cambia spesso passo. Pure la staffetta Delaney e Rodriguez porta dividendi e al buon De Colo restano, di fatto solo le briciole. «Abbiamo tan- ti giocatori che possono diven- tare protagonisti e questa è la nostra forza - spiega l’mvp LeDay -. Quando riusciamo a passarci la palla in questo modo, vinciamo». Tanta roba in effetti. Da riproporre già domani nell’altra tappa sul Bosforo. Si va alla Sinan Erden, la casa dell’Efes, travolta a Mosca dal Cska. Un’eventuale doppietta potrebbe segnare una svolta importante nel viaggio in Europa.