La Russia e la sospensione olimpica: il giorno della verità
Oggi alle 16 il Tas deciderà sui 4 anni di squalifica di Mosca da parte della Wada: in ballo i Giochi 2021 e 2022
● Oggi è il giorno della verità. La Russia saprà, infatti, se potrà mantenere il proprio nome e la propria bandiera in occasione delle Olimpiadi di Tokyo 2021 e di Pechino 2022. Alle 16 a Losanna ci sarà il verdetto del Tas, chiamato a decidere sulla controversia con la Wada, l’agenzia mondiale antidoping, che ha portato a 4 anni di sospensione della Russia. Il Tribunale di arbitrato sportivo ha annunciato che a novembre tre dei suoi arbitri hanno tenuto un’udienza di quattro giorni sulla controversia tra l’Agenzia mondiale antidoping e la sua affiliata russa. Le sanzioni richieste dalla Wada includono il divieto della bandiera, dell’inno e del nome della squadra russa alle Olimpiadi di Tokyo posticipate al prossimo anno. Il caso è incentrato su un database del laboratorio di analisi di Mosca, a lungo sigillato dalle autorità statali russe prima di essere consegnato agli investigatori della Wada nel 2019. La Wada ha scoperto che i dati relativi ai controlli antidoping erano stati cancellati, aggiunti e modificati. Alla sentenza di condanna, la Rusada (l’agenzia antidoping russa, che ha perso status di conformità) aveva però subito fatto ricorso, pur ammettendo di aver poche chance di ribaltare la decisione definita “una tragedia”. La sentenza del Tas era stata rinviata in estate a causa della pandemia per gli ingressi in Svizzera. Se condannata, la
Russia non potrà presentare la candidatura come sede ai Giochi 2032 e non potrà ospitare eventi internazionali. I Mondiali già assegnati, se possibile, dovranno migrare altrove. In caso di sospensione, gli atleti russi potranno partecipare a titolo individuale e sotto i colori della bandiera neutrale del Cio, come già ai Giochi invernali 2018, comprovando la totale estraneità al doping. Tanti campioni rischiano di dover rinunciare o di partecipare senza dare medaglie alla madre Russia.