La Gazzetta dello Sport

INTER È LÌ LA TESTA

Vittoria batticuore e di rigore. Insigne protesta ed è espulso, furia Gattuso: «Per un vaffa non si caccia il capitano...»

- di Garlando, Lusena, Malfitano, Stoppini

Cristiano Ronaldo sbaglia il rigore, Lukaku no e l’Inter stacca la Signora di 3 punti portandosi a una sola tacca dal Milan capolista, in frenata. L’ipotesi di passare il Natale più in alto di tutti, come il puntale dell’albero, è concreta. Spezia e Verona sono incroci più leggeri rispetto a quelli che affronterà Pioli: Sassuolo e Lazio. In ogni caso, per dirla con Conte, «viene da sorridere» a pensare di non candidare con forza questa Inter allo scudetto. A parte la ricchezza d’organico, il vantaggio che avrà a primavera, con settimane senza coppe, sarà poderoso. E non lo diciamo perché ieri ha giocato bene. Anzi, esattament­e per il contrario: se è bastata questa Inter ad arrivare a un punto dalla vetta, dove potrà arrivare quando comincerà a giocare bene e a sfruttare tutte le sue potenziali­tà? Ieri ha tenuto in panchina una dose di qualità impression­ante. L’Inter è la prima squadra a toccare la soglia dei 30 gol fatti. Quindi sa attaccare. Ma ieri ha scelto di aspettare il Napoli, gli ha lasciato il 60% di possesso, è stata aiutata da Insigne (espulso) e salvata da Handanovic, il migliore. Ha vinto con 2 tiri in porta, uno dal dischetto (Lukaku). Deve fare meglio di così per restare in quota. Il Napoli ci ha provato con coraggio e con buone idee (costruzion­e a 3), ma è come se si fosse accontenta­to di tenere il centro del ring invece di cercare il pugno del k.o. Leggerezza imperdonab­ile. Come quella di Insigne, espulso nel momento cruciale del match per una parolaccia.

E’ in momenti del genere che riconosci il grande capitano. Non solo dai destri a giro. Dopo la sconfitta col Milan, un’altra prova d’immaturità per una squadra che potrebbe tutto.

Qualità in frigo

Prima sensazione forte all’annuncio delle formazioni: forse Conte ha stivato troppa qualità in panca. Hakimi, Eriksen, Perisic,

Sensi... Il triste primo tempo nerazzurro conferma e gonfia la sensazione. Anche perché l’Inter non sfrutta l’investimen­to sulla fisicità per imporre pressing e dominio, ma, persa palla, scappa. Sembra una buona strategia di resistenza al San Paolo, ma siamo a San Siro. Molto più coraggiosa la proposta tattica di Gattuso, che si accontenta di due mediani (Bakayoko, Demme) e alza Zielinski al centro del tridente creativo (4-2-3-1). Dopo un quarto d’ora, Rino deve cambiare logica alla prima punta: dal mobile e dialogante Mertens al lungo Petagna che tecnicamen­te parla un’altra lingua, ma aiuta la risalita della squadra. Più in generale, Conte va a caccia dell’ampiezza e dei cross per la Lu-La; Gattuso della ripartenza lesta e

Basso profilo Una vittoria poco spettacola­re, con solo due tiri in porta

della penetrazio­ne palleggiat­a.

La colpa del Napoli

Il risultato è un primo tempo senza emozioni, per l’esagerata prudenza del 3-5-2 nerazzurro e per un Napoli che è più bello nelle intenzioni che nella realtà. Lozano, Zielinski e Insigne non fanno mai quello che dovrebbero: cioè dare fuoco al torello dei compagni e trasformar­lo in fuochi d’artificio. E’ la grande colpa del Napoli che alla fine pagherà: non aver aggredito una condizione tattica favorevole. Il solo tiro in porta al 38’, una telefonata aerea di Gagliardin­i, rende bene l’idea. Gli zero ammoniti pure: carica agonistica da torneo di burraco. L’occasione migliore capita a Lautaro che si gira in area con la porta in faccia, ma spara a lato (17’).

Ha la porta in faccia anche Zielinski quando al 34’ calcia al volo dal limite. Bilancio pari all’ora del tè.

La svolta

Si decide tutto a metà ripresa. In pochi minuti la partita ammassa le emozioni che ha negato prima. Minuto 24’: riflesso prodigioso di Handanovic su tacco di Insigne da un metro.

Conte deve pescare un po’ di bollicine in frigo, così non basta: Hakimi sta per entrare. Verosimilm­ente al posto di Darmian che invece va a strappare un rigore a Ospina. Lukaku realizza il gol decisivo e va in doppia cifra in campionato: 10. Insigne esagera nelle proteste e si fa cacciare. Dal possibile vantaggio del Napoli, a quello dell’Inter che si ritrova pure con l’uomo in più. Il calcio è questa cosa qui. Handanovic tira fuori l’aureola di qualche tempo fa. Gli va ancora bene. Parata mostruosa su Politano (35’) e altri spiccioli. Si merita il soccorso della fortuna: palo di Petagna al 92’. Per l’Inter, dopo la sconfitta nel derby e i pareggi contro Atalanta e Lazio, il primo scontro diretto vinto (e 5 successi di fila in A). Anche questo aiuta a ritrovare autostima, dopo gli sberloni di coppa. Il resto dovrà farlo il gioco.

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Lacrime e rabbia
1 Mertens a terra e in lacrime dopo l’infortunio alla caviglia
2 Una grande parata del portiere interista Handanovic
3 Lorenzo Insigne protesta con l’arbitro per l’espulsione
BOZZANI BOZZANI LAPRESSE 1 Lacrime e rabbia 1 Mertens a terra e in lacrime dopo l’infortunio alla caviglia 2 Una grande parata del portiere interista Handanovic 3 Lorenzo Insigne protesta con l’arbitro per l’espulsione
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 ?? LAPRESSE ?? L’abbraccio Romelu Lukaku, 27 anni, festeggiat­o dai compagni dopo il gol su rigore (foto a sinistra) che decide la partita contro il Napoli
LAPRESSE L’abbraccio Romelu Lukaku, 27 anni, festeggiat­o dai compagni dopo il gol su rigore (foto a sinistra) che decide la partita contro il Napoli
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 ?? LAPRESSE ?? Protagonis­ta Samir Handanovic, 36 anni, nona stagione all’Inter: il migliore contro il Napoli
LAPRESSE Protagonis­ta Samir Handanovic, 36 anni, nona stagione all’Inter: il migliore contro il Napoli
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