Domenicali «Nuovi motori e piloti al centro della F.1»
«I PILOTI AL CENTRO DEL PROGETTO E ARRIVERANNO NUOVI MOTORI»
3Che
Mancano 18 giorni, da qui al 5 gennaio, la data in cui in Formula 1 comincerà la sua era. Da lì in avanti Stefano Domenicali, 56 anni, da Imola, comanderà le corse. Ci arriva reduce da 5 anni da capo in Lamborghini, dopo averne passati 23 alla Ferrari. «L’esperienza in Lamborghini - dice - è stata professionalmente e umanamente eccezionale. Quando mi è arrivata l’offerta da Liberty ho passato giorni intensi, diciamo così. Ma certi treni passano una volta nella vita. Dire di no sarebbe stato difficile, e quindi da un lato, come italiano, ne sono molto orgoglioso; dall’altro so che sarà una sfida bella grande. Ma conosco bene l’ambiente, e questo è un vantaggio».
Formula 1 trova?
«La F. 1 di oggi, come piattaforma sportiva e di business mondiale, è ancora quella che ha il numero più alto di spettatori e tifosi, e dunque è molto forte e solida. In tanti hanno cercato di metterla all’angolo dicendo che è vecchia, non più interessante. Non è assolutamente vero. Penso che al contrario ci sarà sempre più interesse da parte dei costruttori, dei team privati, da molti altri soggetti. Lo dimostreremo coi fatti. Faremo crescere la parte emotiva. Siamo in una fase storica in cui senza l’aspetto emotivo di passione e di coinvolgimento si rischia di far spegnere la candela. Ecco, noi abbiamo tutti gli elementi per preparare al meglio la ripartenza».
3La
monotonia può metterla in pericolo?
«Sono anni che vince la Mercedes ma i cicli in F.1 ci sono sempre stati. E’ giusto però raccogliere gli stimoli e bisogna fare in modo che il nostro sport rimetta sempre più al centro i piloti. Come per esempio accade nel motociclismo, dove viene percepito che sia il pilota a fare la differenza. E su questo fronte la F.1 non sia mai stata in forma come ora. Non c’è mai stata una griglia con tanti piloti così giovani e così forti».
3Mettere
al centro i piloti sarebbe in un certo senso un cambio di mentalità. Quanto avrà bisogno di essere negoziato?
«La concertazione è fondamentale e il nostro approccio italiano può aiutare il confronto con la mentalità più anglosassoni, ma è innegabile che l’aspetto emozionale sia fondamentale. Bella la tecnologia, bello il lavoro di squadra ma i piloti sono il volto della F.1. Dopodiché agli stessi piloti si chiede di dare qualcosa di più al mondo al quale appartengono».
3Cosa
si può fare per rendere le gare più spettacolari?
«E’ chiaro che l’elemento vettura ha un peso molto importante. Un peso che oggi viene meno solo nel momento in cui ci sono situazione non normali, di imprevedibilità, come nel secondo GP in Bahrain. Quando le carte si mescolano vengono fuori delle gare straordinarie. Ma non è abbastanza, ovviamente. Abbiamo fatto un primo passo col regolamento in vigore dal 2022, in cui l’impatto dell’aerodinamica sarà minore, e ci sarà la possibilità di stare di più in scia. Il secondo elemento per andare verso
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gare più spettacolari è il budget cap che farà rivedere soprattutto alle grandi squadre le modalità di sviluppo. Ma la spettacolarità passa attraverso anche altre strade: vogliamo sempre più coinvolgere le persone in modo diverso, anche grazie ai piloti. La nostra dovrà essere un’offerta di sport, intrattenimento, musica. Un GP dovrà essere come un concerto, un’esperienza unica che faccia pensare allo spettatore di aver speso bene i propri soldi».
3E’ 36
di dollari il calo del fatturato della F.1 nel terzo quadrimestre rispetto al 2019: da 633 a 597 milioni. Effetto dei GP a porte chiuse
una strategia per avvicinare il pubblico più giovane? «Anche. E per la stessa ragione dobbiamo utilizzare piattaforme di comunicazione diverse da quelle tradizionali, per rendere protagonista il fruitore. Il tema degli E-sports per esempio è molto importante, con attenzione però: bisogna evitare che diventi un’antitesi. Deve esserci travaso tra quel mondo e la partecipazione “fisica” agli eventi».
3Con
la fuoriuscita di Honda a fine 2021 resteranno tre motori...
«E’ uno dei temi più importanti in una discussione che sarà affrontata nei prossimi mesi e che coinvolgerà nuovi produttori. Nella logica della diversità il futuro della F.1 è l’ibrido. Perché, investire solo sull’elettrico credo sia sbagliato. Serve diversificare l’offerta, tenendo d’occhio i costi. Non si può pensare che i grandi costruttori affrontino gli investimenti che comportano i motori di oggi. Partiremo da un taglio drastico per evitare fin da subito errori che sono stati fatti in passato. E poi c’è la questione dei regolamenti...».
Bella la tecnologia, e il lavoro di squadra ma sono i piloti il volto dei GP. Però debbono dare di più al nostro mondo STEFANO DOMENICALI SUI PROTAGONISTI DELLE CORSE
3Ovvero?
«Dobbiamo semplificarli. Se prendi in mano il regolamento tecnico o quello sportivo sembrano la Bibbia. Bisogna semplificare, mantenendo però quanto più piccola possibile la zona interpretativa, evitando cioè le zone grigie».
3Fin
qui la F.1 non è sembrata così appetibile...
«Non sono d’accordo. L’idea di entrare in F.1 diventerà molto affascinante per i grandi costruttori, non posso dire di più adesso. Dal punto di vista tecnologico la F.1 è una grande opportunità per ribadire la diversità, anche per chi ha investito tanto sul tema dell’elettrico. La F.1 offre possibilità di sviluppo di altre tecnologia e di