Arbitri internazionali Nuovi solo gli assistenti
utti zitti, parla lui. Arringa, attacca, prova a demolire le tesi non ritiene valide per le sue motivazioni. Insomma, Rino Gattuso è un picconatore, non risparmia nulla a nessuno ed è diventato un abile stratega della comunicazione. Quando si presenta dinanzi alle telecamere o in sala stampa, ha già le idee chiare su cosa dire, sulle verità da raccontare. Mercoledì sera, ha usato toni e espressioni forti per difendere Lorenzo Insigne. Una difesa d’ufficio, che può anche starci, ma che non è stata condivisa da buona parte dell’opinione sportiva. Ma Rino è un sanguigno, non teme il confronto e quando decide di attaccare, lo fa a testa alta, guardando negli occhi gli interlocutori. Nel dopo Inter s’è voluto superare, ha raccontato le sue opinioni rafforzandole con espressioni censurabili. Ha attaccato il sistema arbitrale per poi pentirsi una volta smaltita la rabbia, già un’ora dopo la conclusione della partita, quando la tensione era calata..
TGenuino
E’ il suo modo di fare, anche se quell’aria sorpresa dinanzi alle telecamere o nelle conferenze convince poco. Lui è uno che prova a pubblicizzare le proprie azioni, perché tutti posano comprendere il suo pensiero. Non ha avuto ripensamenti quando a Bologna ha spedito in tribuna Mario Rui e Ghoulam. «Sono questioni mie con i miei giocatori. Sono andati in tribuna perché hanno fatto delle belle passeggiate in allenamento. Sono venuti con la squadra perché è facile stare a casa sul divano. Domani è un altro giorno e si va avanti senza problema e senza rancore». Oppure quando alla vigilia della finale della coppa Italia, a giugno scorso, escluse dalla lista dei convocati Hrivung Lozano per lo stesso motivo.
Musone
Con Lorenzo Insigne, il rapporto è particolare, i due sono molto legati e il capitano gli è molto riconoscente: con Gattuso, è ritornato a incantare con il suo talento, sia nel Napoli sia in nazionale. Ma anche al capitano non ha risparmiato qualche stilettata. «Da lui, mi aspetto ancora di più , tecnicamente non posso dire nulla ma voglio vederlo meno musone perché deve fare il salto di qualità. Le responsabilità se le prende, ma deve cambiare l’atteggiamento. È un dovere migliorare in questo aspetto, poi per il sacrificio e per come si muove in campo niente da dire. Ma deve essere più allegro e non soffrire di mutismo selettivo», ha detto la scorsa settimana. Un modo di fare che sente dentro, che gli serve per motivare i giocatori e, nell’insieme, la squadra. Con a quale dopo la vittoria sulla Roma si complimentò per il risultato e la prestazione. «Io in questa squadra farei molta panchina», disse abbozzando un mezzo sorriso.
Incazzatura
Ci convive ancora adesso e riguarda la sconfitta a tavolino rimediata contro la Juve: «Sono incazzato nero, perché ero sul pullman pronto per partire. Non mi hanno fatto parlare in quei giorni, altrimenti l’avrei spiegato perbene il mio punto di vista su questa vicenda».
● (ed.lu.) Lo scorso anno Fabio Maresca aveva ingrossato le fila dei nostri fischietti internazionali. Quest’anno, nella lista degli italiani negli elenchi Fifa 2021 nessun nome nuovo, possibile spia di un ricambio rallentato rispetto al passato. Per trovare novità si deve cercare fra gli assistenti con Daniele Bindoni e Giulia Tempestilli. Da quest’anno per il calcio a 11 cade la distinzione di genere e gli elenchi vedono insieme uomini e donne. Altra novità i Video match officials, in sostanza i nostri “Var Pro”, gli specialisti Var, anche se di fatto la distinzione c’era già: nelle designazioni per le manifestazioni Fifa si indicava già la destinazione al campo o al monitor. I nomi: per gli arbitri Marco Di Bello, Daniele Doveri, Michael Fabbri, Maria Sole Ferrieri Caputi, Valentina Finzi, Marco Guida, Massimiliano Irrati, Fabio Maresca, Maurizio Mariani, Maria Marotta, Davide Massa, Daneile Orsato, Graziella Pirriatore, Paolo Valeri. Per gli assistenti, con i nuovi Daniele Bindoni e Giulia Tempestilli, Stefano Alassio, Ciro Carbone, Alessandro Costanzo, Francesca Di Monte, Alessandro Giallatini, Veronica Martinelli, Filippo Meli, Matteo Passeri, Giorgio Peretti, Fabiano Preti e Alberto Tegoni.
In quei giorni non mi hanno fatto parlare, ma io sarei partito per affrontare la Juve
Voglio vedere Insigne meno musone perché deve fare il salto di qualità