La Gazzetta dello Sport

Vicenda infinita È cominciata oltre 5 anni fa

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impossibil­e destinarli ad altra sede. Con tutte le interpreta­zioni che un’affermazio­ne del genere può comportare. Pena dimezzata, dunque: rispetto a quella imposta nel dicembre 2019 dalla Wada, si passa da 4 a 2 anni. L’ha stabilito il Tas, il tribunale arbitrale dello sport con sede a Losanna, con una sentenza contenuta in un documento di 186 pagine. Il ricorso è stato esaminato da un panel presieduto dal giudice australian­o Mark Williams, con membri il franco-iraniano Hamid Gharavi e l’avvocato Luigi Fumagalli, anche professore ordinario all’Università di Milano, da anni coinvolto in vicende di sport, nazionali e internazio­nali. L’udienza si è tenuta dal 2 al 5 novembre, in presenza e in video conferenza, in una località non resa nota. «Come capirete — dice Fumagalli alla Gazzetta — non posso fare alcun commento. Spero solo che cambi il vento, che sia l’inizio di una nuova era». La decisione è appellabil­e

● NOVEMBRE 2015

L’agenzia antidoping russa, dopo le rivelazion­i della mezzofondi­sta Yulia Stepanova e del rapporto McLaren, è dichiarata non conforme e la federatlet­ica mondiale sospende quella nazionale: all’Olimpiade di Rio 2016 la presenza sarà quasi nulla. presso il Tribunale federale svizzero ma le possibilit­à di successo sarebbero limitatiss­ime.

Fuori i politici

«Vogliamo incoraggia­re le future generazion­i di atleti russi a partecipar­e a manifestaz­ioni di sport pulito» hanno scritto i componenti del panel. La sanzione, quasi simbolica, colpisce soprattutt­o i politici russi e una certa idea di politica che si rifà addirittur­a ai tempi dell’Unione Sovietica. Rappresent­anti del Governo (Putin compreso) e dirigenti di federazion­e, fino alla scadenza della squalifica, non potranno presenziar­e a Olimpiadi e Mondiali (se non membri Cio o personalme­nte invitati da Capi di Stato), così come non potranno ricoprire ruoli in relativi esecutivi o commission­i. È chiaro che la Rusada, l’agenzia nazionale antidoping nel cui Board da qualche tempo siedono membri voluti dalla Wada stessa, affinché la sanzione non venga procrastin­ata dovrà essemente”

● LUGLIO 2016

Con testimone l’ex responsabi­le del laboratori­o antidoping di Mosca, Grigory Rodchenkov, fuggito negli Usa, provate le sistematic­he alterazion­i dei test: risulteran­no 1115 gli atleti coinvolti. di oltre trenta sport, inclusi dodici medagliati di Sochi 2014 (foto). re in grado di riacquisir­e la conformità nel corso dei due anni a venire. Oltre che ottemperar­e a una lunga serie di altri obblighi imposti proprio dalla Wada, tra i quali il versamento di una cifra pari a 1.486.000 euro (più i costi dell’arbitrato), tra ammende e risarcimen­ti delle spese.

L’atletica

Tra le clausole, pure il reintegro della federatlet­ica nel consesso internazio­nale, dal quale è esclusa dal novembre 2015. La federazion­e mondiale presieduta da Sebastian Coe, più severa delle altre, da più di un anno ha sospeso anche la possibilit­à degli atleti neutrali. Il Consiglio, entro il 1° marzo, rivaluterà la situazione seguendo le indicazion­e della propria Task Force. In ogni caso gli ammessi alle rassegne internazio­nali (anche ai Giochi) non saranno più di 10.

● DICEMBRE 2017

Il Cio esclude la Russia dai Giochi di PyeongChan­g 2018. Atleti e squadre invitate in Sud Corea gareggiano con l’acronimo Oar (atleta olimpico della Russia) senza inno e bandiera. Il Cio squalifica a vita il vice primo ministro Vitaly Mutko (ex ministro dello sport).

● SETTEMBRE 2018

La Wada riabilita la Rusada prima che soddisfi certe richieste: tra queste l’accesso ai dati del laboratori­o di Mosca. Saranno resi disponibil­i solo a gennaio 2019, ma risulteran­no manipolati. Nel novembre 2019 la Wada chiede una squalifica di quattro anni.

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È un colpo durissimo per atleti puliti, sport e regole. Non si sono imposte sanzioni adeguate

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I vessilli di Cio e Russia a Sochi 2014. A destra la 27enne Mariya Lasitskene, tre volte iridata dell’alto
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AP/GETTY Bandiere I vessilli di Cio e Russia a Sochi 2014. A destra la 27enne Mariya Lasitskene, tre volte iridata dell’alto Pozdnyakov N. 1 sport russo
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