Il Cio prende tempo Dagli Usa attaccano «Una catastrofe»
Putin, a Mosca, si infuria. Ma le autorità sportive esultano: «Vittoria per la Russia»
naccettabile». Vladimir Putin è perentorio nel condannare la decisione del Tas che ha escluso la Russia per i prossimi due anni dalle grandi manifestazioni. Ma dietro il suo sdegno, a Mosca c’è la consapevolezza che la sentenza è, in realtà, positiva: «Questa è una vittoria per la Russia - ha commentato Mikhail Bukhanov, direttore ad interim della Rusada, l’agenzia antidoping russa al centro dello scandalo -. La corte non ha accettato le tesi e le richieste della Wada». Stanislav Pozdnyakov, presidente del comitato olimpico russo, si è detto soddisfatto che la squalifica non riguardi tutti gli atleti: «Gli atleti russi puliti potranno prendere parte alle Olimpiadi senza restrizioni, e lo faranno in una squadra che verrà formata dal comitato olimpico» ha commentato l’ex fuoriclasse della scherma.
«IWada, Cio e accuse
Mentre il Cio «prende atto della decisione e si consulterà con le varie federazioni per decidere come procedere», la Wada, l’agenzia mondiale antidoping, esulta per la sentenza del tribunale di Losanna, nonostante l’alt alla Russia sia per 2 anni e non per 4. «Siamo compiaciuti di aver vinto un caso così importante - ha detto Witold Banka, il numero uno dell’antidoping mondiale -. Il tribunale ha chiaramente accettato la nostra tesi secondo cui le autorità russe hanno illegalmente manipolato i dati del laboratorio antidoping di Mosca in un tentativo di coprire il doping di stato. Nonostante la Russia abbia costantemente negato e abbia resistito alle nostre indagini, abbiamo provato le nostre accuse». La sentenza del Tas però non è piaciuta a tutti. «Questo è un colpo catastrofico per gli atleti puliti, l’integrità dello sport e delle regole - ha detto Travis Tygart, numero uno dell’antidoping statunitense -. Ancora una volta si è evitato di imporre conseguenze significative, proporzionali ai crimini commessi. E si è scelto di non imporre una vera squalifica». Un altro affondo arriva da Jim Walden, avvocato di Grigory Rodchenkov, l’ex medico russo che per primo ha svelato al mondo quello che succedeva in Russia. «È una decisione salomonica e senza senso: nonostante prove evidenti di corruzione, frode antidoping e ostacolo alla giustizia, il Tas ha dimostrato ancora una volta di non volere fare i conti col sistema criminale messo in piedi dalla Russia».
Stanislav Pozdnyakov, 47enne leggenda della scherma capace di 4 ori e 1 bronzo ai Giochi nella sciabola tra il 1992 e il 2004, dal maggio 2018 è il presidente del comitato olimpico russo
Gli atleti russi puliti saranno ai Giochi, in squadre scelte dal nostro comitato olimpico