IL NUMERO
Ieri ha fatto tutto da sola, pur avendo il miglior (doppio) pungolo: il bronzo mondiale Martina Carraro, autrice di un ottimo 1’06”58 e alla fine spodestata del record dalla feroce baby, e la medagliata europea e finalista mondiale Arianna Castiglioni, terza in 1’07”01. Non ha dato scampo alle due compagne-avversarie: lei a Tokyo c’è già, per l’altro posto ancora disponibile se ne riparlerà a marzo tra le due ex regine sconfitte. Sapete come ha preparato questa gara? Collegandosi al mattino con i compagni di scuola. Il modo migliore per allentare la pressione. «Ora non chiedetemi più dell’Olimpiade...» debutta con una sicurezza pari al modo in cui innesta le braccia e mette in moto la sua rana che assomiglia tanto, al femminile, a quella del mostruoso inglese
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Adam Peaty. «Devo riprendere fiato - racconta la pugliese -. Mi sono stancata tantissimo, ma ne è valsa la pena. Non posso dire altro: sono contenta. Volevo fare il tempo dopo un anno di tortura, perché gli Assoluti 2019 erano andati male». Aveva in mente una delusione da cancellare: lei, del resto, vive di continue sfide con se stessa. «Questo obiettivo raggiunto è solo un punto di partenza. La medaglia a Tokyo? Pensiamo alla finale». Un messaggio all’olimpionica Lilly King, che a marzo ha nuotato in 1’05”74? «Non è ancora il momento, lei resta la favorita».
Solo il rinvio olimpico, in un certo senso, l’ha favorita: le ha dato la possibilità di crescere ancora di più: «Durante il lockdown mi hanno almeno lasciata in pace». In quel momento Benny ha ritrovato la voglia di credere che il pass olimpico fosse un’operazione possibile: «Ho vissuto un trauma, la tensione da fuori era tanta. Poi hanno annullato le gare e io ai Giochi non ho pensato più». E ha preparato questa gemma.
La tensione? Prima delle batterie mi sono collegata con i compagni di scuola