L’analisi
ARBITRO: Calvarese di Teramo
NOTE: a porte chiuse. Tiri in porta 4-8. Tiri fuori 5-6. Angoli 4-9. Fuorigioco 4-3. Recuperi: p.t. 0’, s.t. 1’
Due le cose: o la Juve s’è definitivamente realizzata, e saranno guai per tutti, oppure il Parma ha dato una gran bella mano a questo 4-0 che poteva anche essere un 7-2 o su di lì. Una di quelle sere in cui viene spontaneo dire “va bene, anche questo scudetto è andato”. In realtà sembra presto per affermazioni del genere. Ma è indiscutibile che, pur otto punti sotto rispetto alla micro-era Sarri, è un’altra Juve. Che si diverte, fa circolare velocissima la palla, non si sfianca in palleggi orizzontali, non dà un punto di riferimento scambiando continuamente le posizioni. È bella, sfrontata, leggera. E soprattutto sembra aver ritrovato il Ronaldo di Madrid. Quello visto a corrente alternata con Allegri e quasi mai l’anno scorso, quando l’insistenza sulla fascia, quasi a rimarcare l’opposizione alla “proposta indecente” di Sarri, aveva trasformato quella Juve in una squadra senza centravanti. Questa Juve di “9” ne ha parecchi: non solo CR7 e Morata, ma tutti quelli che arrivano al tiro. E si vede.
Grazie Parma?
Non c’erano molti dubbi che, per una notte, la Juve avrebbe agganciato l’Inter e preso le misure al Milan. Ma non così. Con il Parma c’è sempre quella percentuale di rischio quando Gervinho trova la “giornata Sivori” e le ripartenze dalla difesa blindata sono una catapulta. Le due milanesi lo sanno. Non s’è visto niente di tutto questo. Un contropiede con tiro di Kucka – parato da Buffon, il CR7 della porta – e poi un dominio ossessivo della Juve, fino al 70% di possesso nel primo tempo. Nel quale il paradosso è che il Parma si difende senza sapersi difendere: dietro tutti fermi, davanti Cornelius e Gervinho ad aspettare in un 4-3-3 immutabile fino alla fine, e spazi ricreativi da loft americano per i bianconeri. Giusto giocarsela ma, a un certo punto, sarebbe comprensibile studiare qualche accorgimento. Liverani ci aveva messo un po’ a riassestare un Lecce coraggioso, ma in pericolo, senza salvarlo. Non c’è sempre la Juve di fronte. Il Parma pare più attrezzato, ma prevenire è sempre meglio.
Gol e mille azioni
La Juve non perde tempo ad aggredire in massa, scambiando vorticosamente posizioni e giocatori. La mossa più evidente del 3-5-2 offensivo di Pirlo è l’alternanza tra McKennie e Kulusevski: l’americano si sposta spesso a destra, alla Cuadrado, e l’ex di turno va a fare la mezzala. Ma tutti sono dovunque. Due giri di palla veloci, il tempo di far spostare il Parma da un lato, e