Compleanno da Gallo
Gol più vittoria: Belotti in campo vuole regalare la svolta al Toro Oggi il capitano fa 27 anni La sfida al Bologna vale tanto
a partita della svolta per il campionato del Toro coincide con il ventisettesimo compleanno del suo uomo più rappresentativo. Andrea Belotti vi si è avvicinato augurandosi di poter scartare due regali sul prato dell’Olimpico Grande Torino. Quello che vorrebbe fare lui ai compagni per festeggiare adeguatamente con loro il traguardo di vita raggiunto è risultare il matchwinner in questa delicata sfida al Bologna dell’amatissimo (da tutto l’ambiente granata) ex Sinisa Mihajlovic; quello che vorrebbe ricevere dai compagni è una prestazione coralmente maiuscola. Perché il capitano da solo non può farcela anche se, come sottolinea Giampaolo, «è uno di quei giocatori che fanno la storia di un club. L’ha fatta in parte e continuerà a farla. Se rimarrà nei ricordi della gente è perché ha lasciato il segno.
LQuesto determina la misura delle qualità del giocatore». Certo, ma Belotti sta segnando con regolarità ha fatto centro con la Samp e poi Udinese e Roma, (raccogliendo appena un punto) è arrivato a nove reti, un rendimento da capocannoniere del campionato, sulla falsariga della sua stagione più prolifica chiusa con 26 gol. Poi però il Toro ne ha presi trenta, di gol, e allora al Gallo, per poter incidere sulla classifica, precaria come non mai, serve un contributo rilevante da parte dei compagni: ci vuole la squadra, oggi più che mai.
Niente alibi
Una squadra che va in campo nell’anticipo del mezzogiorno con poche ore di recupero dopo l’amara notte vissuta giovedì all’Olimpico romano. Calendario sbagliato, che penalizza i granata in modo oggettivo, come ha riconosciuto lo stesso Mihajlovic. Ma Giampaolo ha cancellato immediatamente ogni possibile alibi preferendo destinare ai suoi giocatori le sue parole più forti: «E’ una sfida molto, molto importante per noi. E’ una partita che pesa. Servono doti morali oltre a quelle calcistiche, bisogna lasciare in campo anche il sangue, se occorre. Ho detto ai miei giocatori che questa partita va disputata con coraggio e determinazione, guai farsi venire il braccino perché in quel caso non perdi solo sportivamente, perdi come uomo. E’ davanti a queste prove che si vede la consistenza umana di un gruppo ed è anche bello poter prendere parte a match così importanti, ci dicono che uomini siamo». Insomma un accorato appello a dare più del massimo perché «il Bologna è una squadra forte e noi è da quattro mesi che mangiamo cioccolato, è una full-immersion incredibile. Stiamo soffrendo e probabilmente continueremo a soffrire ma nessuna squadra ci ha messo totalmente sotto, ci sono stati dei momenti di predominio ma in nessuna delle dodici partite siamo stati incapaci di giocarcela e questo è un dato che ci dà fiducia».
La verve di Bonazzoli
scelta degli uomini né per quanto riguarda il sistema di gioco. Guardando l’atteggiamento tattico di Mihajlovic sembra consigliabile un ritorno al rombo supportato dalla difesa a quattro. Di conseguenza alle spalle delle due unte agirebbe Lukic. Tra i pali dovrebbe esserci la conferma di Milinkovic-Savic, perlomeno a questa conclusione si giunge interpretando le parole pronunciate dal tecnico sul tema. «L’esclusione di Sirigu fa più rumore di altre, ma conta solo il Torino che viene prima di Sirigu, di Giampaolo e di Belotti. Non so se rientra col Bologna o col Napoli, la mia è stata una scelta alla quale lui ha reagito in modo professionale allenandosi seriamente e in silenzio: è così che si mette in difficoltà un allenatore. Non discuto le sue qualità: è un portiere forte».