Genoa, il ritorno di Schöne per la salvezza
Rinforzi per Ballardini: il club valuta il reintegro del danese e pensa pure a Lammers
Mosse in attacco Il giovane Caso, che ha debuttato con la Juve, piace in Serie B
Inumeri aiutano, ma non dicono tutto. Un passo indietro: il Ballardini-ter, stagione 2017-18, si materializzò a Pegli con un turno di anticipo rispetto all’avventura appena iniziata, e pure con un punto in meno. Eppure anche quell’anno (una costante nella gestione rossoblù del tecnico ravennate, dal 2010 ad oggi) il Genoa si salvò, e persino in anticipo. Caratterialmente, il tecnico di Ravenna è molto simile al genovese-tipo, e forse da qui (non solo da quanto ha ottenuto sul campo) nasce l’empatia particolare che lo ha mantenuto così saldamente legato all’ambiente-Genoa, al netto delle separazioni che ne sarebbero seguìte. E questo è il primo aspetto: il secondo è legato al fatto che il Balla è un uomo pratico, e le scelte fatte a La Spezia, tre giorni dopo essere sbarcato di nuovo in Liguria, lo dimostrano: contro la squadra di Italiano, infatti, s’è affidato all’antivigilia di Natale agli elementi più esperti, semplicemente perché reputati più pronti all’impatto con una gara tanto delicata. Ballardini non ama l’etichetta di uomo delle resurrezioni, però questo dice il suo passato genoano. Fra lui e, facendo un viaggio a ritroso nel tempo, Gasperini, il suo predecessore più decorato, molte guide tecniche sono cambiate al Genoa, ma sempre con esiti alterni.
Diplomazia tecnica
La capacità di Ballardini sta proprio qui: fondere un percorso tecnico e tattico con le necessità di un ambiente particolare, che lui ha imparato a conoscere (e ad apprezzare) nel tempo. Sinora il discorso ha funzionato. La scelta del 3-5-2? Semplicemente logica: «Mi è parso chiaro che questo gruppo fosse stato creato per giocare così», la sua risposta. «Contro lo Spezia mi è piaciuta la squadra, perché con le sue preoccupazioni e difficoltà del momento è sempre stata presente nelle due fasi di gioco, mentre è ancora da migliorare la qualità. Ci vuole più continuità e una diversa gestione della palla». Il tecnico ha chiesto poi una settimana, dunque il tempo a disposizione durante la pausa natalizia (la squadra torna in campo oggi a Pegli, meteo permettendo: c’è l’allerta-neve) per avere un quadro chiaro della situazione. E, da lì, suggerire e concordare i primi interventi sul mercato, anche se in estate non si era pensato di dover operare sul mercato invernale. Gli obiettivi del diesse Marroccu e del club sono principalmente due. Il primo: sfoltire i ranghi di una rosa molto ampia, anche se va detto che in una valutazione globale del gruppo i tanti infortuni dovuti anche alle difficoltà post Covid19 hanno avuto un peso notevole. Il secondo, apportare quelle modifiche che possano garantire un ulteriore salto di qualità. In mediana, per esempio, club e tecnico stanno valutando l’ipotesi di un reintegro di Schöne, il regista danese ex Ajax finito ai margini del gruppo prima che iniziasse il campionato, ma che sino ad oggi ha sempre lavorato con la prima squadra, a parte il periodo (fra il 27 settembre e il 14 ottobre) in cui è stato in isolamento per la positività al Covid19. In attacco, invece, la situazione è fluida. Nulla si può escludere a priori, ma il Genoa si sta comunque guardando intorno. È stato seguito Lammers, in forza all’Atalanta del Gasp, dove però il giovane olandese ha avuto sin qui poco spazio (9 presenze e due gol), giocando appena 195 minuti. In uscita c’è interesse, poi, a livello di Serie B, per Giuseppe Caso, che ha debuttato in A contro la Juve.