Una doppietta in 5’ La Salernitana vola Venezia all’asciutto
Il brasiliano è micidiale, Castori allunga Soltanto rimpianti per la squadra di Zanetti
La capolista Non segnava e non vinceva al Penzo da 17 anni: abbattuto il tabù
Il gol Crnigoj Tanti tiri ma mai pericolosi fino alla rete del 2-1. Ma Di Mariano...
Il ciclone Anderson si abbatte sul Venezia e la capolista Salernitana fugge via. Non segnava, e non vinceva al Penzo, da 17 anni la squadra campana: questa è una vittoria frutto di concretezza e utilitarismo. Salernitana abile a colpire il Venezia alla prima disattenzione, fortunata nell’azione del raddoppio quanto Tutino, innescato dalla verticalizzazione di Djuric, è sembrato partire in posizione di fuorigioco, graziata nel secondo tempo dal Venezia, che ha costruito tanti tiri verso la porta di Belec, ma quasi nessuno pericoloso. Tanti rimpianti per il Venezia, alla terza sconfitta casalinga dopo quelle con Frosinone e Monza, che ha dettato ritmi e gioco fino al primo gol di Anderson, in giornata di grazia e pedina tattica fondamentale per Castori quando è stato spedito dopo 20’ sulle tracce di Fiordilino, che fino a quel momento aveva spadroneggiato in mezzo. Castori gongola per 3 punti pesantissimi, Zanetti (squalificato) mastica amaro per quel pallone perso a metà campo da Bjarkason, non servito benissimo da Felicioli, che ha innescato il primo gol della Salernitana. Rimpianti per la rete di Crnigoj, arrivata troppo tardi, e per l’occasione sciupata di testa da Di Mariano sull’ultimo assalto.
Uno-due micidiale
Al primo affondo, la Salernitana è passata: palla persa da Bjarkason a metà campo, percussione di Casasola e sassata dal limite di Anderson, più redditizio nella fascia centrale che sulla fascia. Il Venezia ha
accusato il colpo, quattro minuti dopo Djuric ha verticalizzato per Tutino (dubbi sulla posizione dell’attaccante), Lezzerini è stato reattivo a deviare il pallone sul palo, ma sulla ribattuta Anderson è stato il più veloce. Uno-due micidiale e capolista in volo.
Tiro a segno
Nella ripresa Bertolini (il vice di Zanetti) ha giocato tutte le carte a disposizione, prima disegnando un 4-2-4 con Di Mariano e Johnsen esterni e Karlsson al fianco di Forte. Il Venezia ha creato tanto, ma Belec non è stato quasi mai costretto a parate decisive. Il Venezia ha macinato gioco, la Salernitana si è difesa con ordine, cercando il contropiede. Poi Castori ha puntellato la difesa con Veseli a sinistra, il Venezia ha tentato il tutto per tutto con Crnigoj e Mazzocchi terzini, trovando allo scadere il gol con la rasoiata dello sloveno, che Aya non è riuscito a ribattere. Poi la zuccata di Di Mariano che poteva far scrivere un’altra storia.