La Gazzetta dello Sport

La folle corsa della Premier non risparmia le grandi

- di Mimmo Cugini

Il Liverpool spreca un’occasione importante per tenere a distanza le dirette concorrent­i e adesso si trova l’Everton di Carlo Ancelotti a soli tre punti. E’ un calcio troppo compresso quello che si gioca in tutta Europa, il calendario è figlio dei problemi scatenati dalla pandemia e quasi tutte le squadre hanno difficoltà a trovare continuità di risultati. In Inghilterr­a poi il calcio non si ferma mai e la conseguenz­a è che troppo spesso la fatica incide più della tecnica. Nel pareggio del West Bromwich ad Anfield c’è tutto questo e anche qualcosa di più: i Reds in difesa dopo l’infortunio di Van Dijk concedono troppo sui palloni alti e quando le cose vanno male la sfortuna si accanisce, così a una difesa già con i cerotti è arrivata pure la mazzata dell’infortunio di Matip all’inizio della partita col Wba. Il giovanissi­mo Williams che in altre occasioni aveva dato una mano a Klopp stavolta amplifica le difficoltà di un reparto che soffre terribilme­nte l’assenza dell’olandese, non solo nella fase difensiva ma pure per la sua facilità ad andare a segno nei momenti decisivi e per la personalit­à che trasmette a tutta la squadra. Avere o non avere un leader vero come Virgil non è la stessa cosa. Le troppe partite ravvicinat­e sono un fattore che rischia di essere determinan­te: l’Everton ha fatto una gran fatica per vincere sabato a Sheffield sul campo dell’ultima in classifica e oggi affronterà il Manchester City, a sole 48 ore dal match di Sheffield. Il primo gennaio la squadra di Ancelotti se la vedrà con il West Ham. Più che mai diventa decisivo il ruolo del tecnico nella gestione delle risorse, ma capire chi riesce a recuperare energie fisiche e mentali in poche ore è davvero un lavoro complicato.

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