MILANO PIÙ LUCIDA LA VIRTUS CI PROVA BELINELLI LOTTA LA FESTA È SERVITA
Difese dure, equilibrio e clima da playoff La partitissima non tradisce le attese Teodosic non basta, l’Olimpia gestisce meglio il finale, trascinata dall’ex Punter
L’effetto Beli squarcia il vuoto della Segafredo Arena nella partita più importante dell’anno, giocata sulle difese dure in un clima già da playoff, e scuote l’anteprima della sfida scudetto che tutti attendono per la finale tricolore. Ma il debutto del grande colpo invernale del patron Zanetti non spaventa la capolista Milano che si dimostra ancora una volta, dopo il prologo vincente della Supercoppa, più squadra della sua più accreditata rivale. Cinque punti di scarto dentro ad una gara che vede vantaggi sempre sotto la doppia cifra d’ambo le parti possono sembrare un’inezia nel pesare la differenza in campo ma la distanza che ancora divide la Virtus dall’Olimpia è ancora molto ampia. Milano, abituata a giocare partite d’alto livello tutte le settimane, sa sempre trovare lo spunto per tornare sotto quando Bologna prova ad allungare e infine, nelle ultime curve della sfida, per piazzare i canestri che piegano la resistenza virtussina.
La legge dell’ex
Prima una penetrazione al ferro di Rodriguez che spezza la difesa di Djordjevic (alla lunga il Chacho, distillando il suo magistero con giocate sempre efficaci, si prende il duello a distanza con Teodosic), poi la tripla di Punter a firmare il +7 a 1’13” dalla fine che mette il sigillo sul successo milanese. Così Punter, decisivo nella sua staffetta con LeDay e Shields a tenere vivo l’attacco degli ospiti, nella sua partita da ex, non perfetta nelle cifre (4/15 al tiro) ma molto solida a tutto campo, può consumare una piccola rivincita personale con la Virtus che non lo ha confermato dopo il successo in Champions nel 2019. «Sono contento per l’atteggiamento – argomenta Messina -. La squadra ha dimostrato freddezza nei momenti cruciali e la difesa ci ha tenuto a galla quando non riuscivamo più a fare canestro. Venivamo dal k.o. di Eurolega contro Vitoria, non ne avevamo tanto da spendere. Siamo venuti ad affrontare una squadra eccellente, molto carica ed eccitata per questa sfida. Noi bravi a rientrare dai loro vantaggi. La stagione è lunghissima, la ritroveremo sulla nostra strada».
Poco ... dioscuri
Il successo qui consente a Milano, che s’impone tirando col 43% e con -4 di saldo a rimbalzo, di tenere a distanza una Segafredo discontinua sui 40’. I suoi dioscuri Teodosic e Markovic giocano a sprazzi. Re Milos pro
duce il suo meglio nella prima parte, mentre il suo “gemello” si fa vedere nella ripresa con due triple e la solita garra. Nell’insieme di un test probante anche sotto l’aspetto della tenuta mentale, giocatori importanti nel sistema bianconero come Ricci, Weems e Alibegovic si perdono per strada, nessuno morde decisamente la partita. Nel finale coi suoi voli acrobatici Hunter regala qualche sussulto ma è proprio lui a gettare il possesso che avrebbe potuto rimettere in partita la Virtus, troppo fallosa e imprecisa negli ultimi 2’ quando Milano mette le mani sul risultato. Davanti al patron Zanetti e a Stefano Pioli, appassionato di basket e tifoso personale di Belinelli, invitato in parterre dall’amico Baraldi, la Virtus non riesce a fare il colpo che voleva ma Djordjevic vede il bicchiere mezzo pieno e tutto sommato fa bene: «Milano ha vinto una grande partita tra due grandi difese – analizza l’allenatore delle V nere -. Alla mia squadra è mancata un po’ di lucidità in alcune letture. Milano è la squadra che muove meglio la palla in Europa. Per salire al livello delle grandi squadre le devi affrontare tante volte per capire i loro limiti».