Da Fabbri a Scotti, allenarsi nella storia
Il caldo e un impianto moderno nel parco Archeologico, sede per i raduni invernali
L’ideatore Un progetto nato per volontà di Gibilisco: «Qui c’è tutto»
C’è Formia, c’è l’Acquacetosa di Roma, c’è Tirrenia: sono sedi storiche di allenamento, centri di preparazione olimpica. Ci sono località come Sestriere, Livigno, Ostia e alcune altre (fino a non molti anni fa Schio) che, in tempi e modi diversi, fungono da base per raduni tricolori di varie specialità.
Nuovo polo
Alla lista – ecco la notizia – potrebbe presto aggiungersi Siracusa. È qui, presso il campo scuola Pippo Di Natale, che diversi azzurri hanno deciso di svernare, lontani dal freddo del nord Italia. La pandemia di Covid-19, anche se i vari Yeman Crippa, Ejob Faniel, Fausto Desalu, Gimbo Tamberi e Marcell Jacobs sono stati o stanno per andare alle Canarie, ha reso difficili viaggi e stage all’estero: quelli tradizionali in Sudafrica, in Namibia, in Arizona sono sospesi. E il capoluogo aretuseo, a otto mesi dall’Olimpiade di Tokyo, in breve è diventato un prezioso polo di riferimento. Dopo il saltatore con l’asta Claudio Stecchi, ormai frequentatore abituale, nelle ultime settimane sono arrivati altri big come Leonardo Fabbri, nel 2020 secondo lanciatore di peso al mondo, accompagnato da coach Paolo Dal Soglio, e i quattrocentisti Edoardo Scotti e Vladimir Aceti, anche frazionisti di una staffetta del miglio che promette meraviglie. Loro e altri, come la campionessa italiana degli 800 Elena Bellò: tutti a Siracusa, dove anche in dicembre il termometro lambisce i 20 gradi ed è possibile correre, saltare e lanciare in pantaloncini e maglietta (per qualcuno persino a torso nudo...). L’impianto, che confina con il Parco Archeologico, Orecchio di Dionisio compreso ed è a due passi dal mare, dopo anni di oblio è tornato in vita. Merito di una pista rifatta un paio di anni fa e di Beppe Gibilisco, l’ultimo italiano campione del mondo (nell’asta a Parigi 2003), siracusano doc e, appunto, allenatore di Stecchi. Su quel campo è cresciuto e negli ultimi mesi, con cemento, viti, tassellatore e autolivellatore, ha messo mano alla pedana della sua specialità e a quella del peso.
Che pedana
«La situazione – racconta Fabbri, reduce da un periodo di tre settimane – è ottimale: il caldo paga. Al mio coach, che era venuto in ottobre in avanscoperta e che con Beppe ha divelto la vecchia pedana creandone una nuova super-performante, ho detto che l’esperienza è da ripetere. A Tirrenia, già in autunno, l’umido si fa sentire. A Siracusa una domenica ho fatto il bagno nel Mediterraneo. Non a caso ho ottenuto il personale del mese di dicembre e quello con i pesi in panca. Si arriva con un volo su Catania e mezzora di auto, e in più l’offerta alimentare, tra frutta, verdura e pesce freschissimo, è ideale. Spesso si crede che all’estero si stia meglio che nel proprio Paese: al di là della situazione Coronavirus, non è necessariamente così. Vero è che giovedì tornerò a Stellenbosch (in Sudafrica, ndr) per un mese, ma è perché lì è piena estate e ogni weekend c’è una gara». Qualcosa da migliorare, anche a Siracusa, ci sarà... «Gibilisco – spiega il lanciatore toscano - ha persino creato una palestra sotto casa, mettendola a disposizione: è tanto funzionale quanto essenziale, ma in più di due è difficile starci. Il vero problema, poi, è che c’è un’offerta continua di cannoli e arancini: per un atleta è una dannazione».
In appartamento
Anche Scotti – in settembre vincitore dei 400 del Golden Gala col personale di 45”21 - è sorpreso dall’opportunità: ha lasciato la Sicilia poche ore prima di Natale. «Abbiamo trovato un clima molto bello, in tutti i sensi – sostiene –. Al campo ci siamo appoggiati a Matteo Melluzzo, azzurrino della velocità, e a suo padre Gianni, siracusani. Proprio di fronte allo stadio, volendo, c’è persino un hotel. Ma insieme ad Aceti e ai nostri tecnici, Giacomo Zilocchi e Alessandro Simonelli, abbiamo scelto di stare in un appartamento. Insieme a noi c’erano la mia osteopata Silvia e due nostre compagne di allenamento. Un giorno siamo anche stati a Catania dal professor Di Mulo, referente di settore. Si spende poco e non manca niente. Se possibile, mi ripresenterò presto».
Sicilia da esempio
«La Sicilia può tornare a essere un riferimento per tanti – ribadisce Enzo Parrinello nella veste di commissario straordinario del comitato regionale – ma dobbiamo ancor più alzare l’asticella affinché Siracusa continui nella direzione intrapresa e altre città diventino riferimenti di un sistema virtuoso: la Regione potrebbe istituire un tavolo tecnico per fare squadra». La chiusura spetta a Gibilisco: «Sto spingendo sull’ambiente della nostra atletica – ammette - perché davvero sono convinto che la mia Siracusa offra condizioni ideali: la presenza di questi campioni è stato un primo passo importante».