«Ci deve essere priorità anche per i medici sportivi»
Casasco, presidente Fmsi, scrive a Speranza e Arcuri: «Certificatori e ispettori antidoping esposti al rischio»
Fmsi in campo Sono disponibile a vaccinarmi pubblicamente
«Includete anche i medici sportivi fra i soggetti da vaccinare prioritariamente». È l’appello che Maurizio Casasco ha inviato al ministro della Salute, Roberto Speranza, e al commissario straordinario per l’emergenza epidemiologica, Domenico Arcuri. Il presidente della Federazione Medico-Sportiva, che è anche il numero uno europeo delle associazioni della categoria, chiede pure alle Regioni, attraverso il presidente della Conferenza, il governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, di «tenere in considerazione questo aspetto nella predisposizione dei Piani vaccinali regionali».
I «certificatori»
Nella lettera vengono citate le tre categorie che dovrebbero essere inserite nella prima fase di vaccinazione, quella partita ieri con la giornata «simbolica» in tutta Europa, insieme con gli operatori sanitari e sociosanitari della «prima linea» già individuati. Per cominciare si parte dai medici certificatori, quelli che ogni anno rilasciano l’idoneità per l’attività agonistica e non agonistica. Casasco sottolinea la delicatezza di alcune tipologie di accertamenti - test ergometrico e cardio-polmonare, spirometria, analisi delle urine «che aumentano il grado di esposizione al rischio».
L’antidoping
Si citano poi fra le categorie da inserire nel quadro delle priorità, anche quella dei Medici Ispettori Antidoping che operano in base alle leggi nazionali e al Codice Wada. Infine, i medici sociali, responsabili della tutela della salute nei club e nelle società sportive, il cui ruolo è fondamentale anche per la gestione delle tante emergenze che in questi mesi si sono verificate con i casi di positività al Coronavirus.
«Mi vaccino anch’io»
Insomma, anche i medici sportivi «operanti presso strutture accreditate ovvero in regime libero-professionale», e che rientrano nelle tre categorie, dovrebbero essere incluse nelle campagne vaccinali, mentre al momento attuale c’è la possibilità che rimangano fuori dalla prima fase di intervento. C’è un altro motivo alla base della richiesta a Speranza,
Arcuri e Bonaccini: preservare il ruolo sociale del medico sportivo significa, questo scrive Casasco, proteggere un punto di riferimento per favorire la pratica sportiva in un momento in cui si moltiplica la sua possibilità di essere «strumento di prevenzione». Casasco offre la massima disponibilità della Federmedici per promuovere le campagne per il vaccino e la sua personale: «Mi rendo disponibile a effettuare pubblicamente la vaccinazione».