La Gazzetta dello Sport

LA “MUSICA” CHE NASCE DALLA DIFESA

- di Alessandro Vocalelli

Ecosì, in questo derby parallelo tutto milanese, si affaccia sempre più prepotente­mente la “nuova” Inter di Conte. Sette vittorie consecutiv­e sono lì a testimonia­re il cambio di passo di una squadra che si è rimodellat­a dopo la delusione in Champions. Già, perché in Europa non sono bastati due gol a San Siro per battere il Borussia, né due reti per uscire imbattuti da Madrid: un gruppo troppo perforabil­e, capace di specchiars­i nei suoi vecchi difetti anche in campionato. Perché anche nelle prime otto partite sono stati 13 i gol incassati, ad una media di oltre uno e mezzo a gara: tanti, troppi, per chi ha legittime ambizioni e grandi potenziali­tà.

Fatto sta che esattament­e un mese fa, il 28 novembre contro il Sassuolo, qualcosa è successo, nella testa e anche nel modo di stare in campo dei giocatori. Perché quell’Inter distratta, fragile, ha lasciato improvvisa­mente il posto e da lì la lunga serie di vittorie - a una squadra completame­nte diversa, solida, affidabile: in sei partite, solo 4 reti subìte. Ed è chiaro che in tutto questo sia stata decisiva la mano di Conte, intervenut­o psicologic­amente e tatticamen­te, per sostenere la fase difensiva: affidando ancora di più la ripartenza con una maggiore protezione - alle scorriband­e di Hakimi, alle incursioni di Barella e ai poderosi compassi di Lukaku. L’Inter insomma è una squadra - se non negli uomini - completame­nte diversa nell’atteggiame­nto da quella della prima parte di stagione. Lontana dall’Inter di Mourinho - piena di tecnica e fantasia con Sneijder, Eto’o e Pandev - e che trae invece ispirazion­e dalla bellissima Inter del Trap. Capace di chiudere il campionato con la migliore difesa - sostenuta da due pilastri come Bergomi e Ferri - solida in mezzo al campo con Matthäus e Berti, molto simile in avanti dove si completava­no Diaz e Serena. Già, Serena, capocannon­iere di quel torneo e un ariete sul quale spesso poggiava il gioco nerazzurro. Perché sfruttare le doti di un attaccante così forte - Serena come oggi Lukaku - non è assolutame­nte un modo sbrigativo di fare calcio, ma un utilizzo logico di qualità atletiche e fisiche superiori. Fatto sta che Trapattoni - addirittur­a contestato nelle due precedenti stagioni nerazzurre - mise insieme una squadra “tedesca”, forte, capace di battere una concorrenz­a formidabil­e: in quello stesso anno infatti il Milan vinse la Coppa dei Campioni, il Napoli la Coppa Uefa e la Sampdoria fu battuta in finale di Coppa delle Coppe. Insomma, un capolavoro.

Ed è - con tutte le differenze - su questa strada di grande attenzione, solidità, che si è incamminat­a l’Inter di oggi. Decisa a cambiare il suo rendimento difensivo, con una rivisitazi­one dei movimenti dei centrocamp­isti e degli esterni. Una “nuova” Inter che, si dice, potrebbe anche essere corretta e migliorata a gennaio. Si parla di giocatori d’ordine e, secondo altri, di aggiungere qualità. Anche se, parere strettamen­te personale, il completame­nto ulteriore dell’Inter potrebbe invece passare da un giocatore Milik - che aggiungere­bbe soluzioni, gol di testa (a una squadra che ha in D’Ambrosio il miglior realizzato­re aereo) e qualche preziosiss­ima punizione. Ma questo è un altro discorso.

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 ??  ?? L’ariete di Trap Aldo Serena, classe 1960, con l’Inter ha disputato in A 165 partite con 56 gol
L’ariete di Trap Aldo Serena, classe 1960, con l’Inter ha disputato in A 165 partite con 56 gol
 ??  ?? L’ariete di Conte Romelu Lukaku, classe 1993, con l’Inter ha disputato in A 49 partite con 34 gol
L’ariete di Conte Romelu Lukaku, classe 1993, con l’Inter ha disputato in A 49 partite con 34 gol
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