La Gazzetta dello Sport

LA NUOVA W SERIES ALLARGA I CONFINI RIAVREMO PRESTO UNA DONNA IN F.1?

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Lo ha detto anche Stefano Domenicali: «Ci vorrebbe un’altra Lella Lombardi». Servirebbe, per vedere finalmente anche l’altra metà del mondo nei gran premi. Invece più gli anni passano e più constatiam­o quanto eccezional­e sia stata Lella Lombardi, ultima donna ad avere corso davvero in Formula 1. E ultima ad aver fatto punti, anche. Mezzo punto, veramente: ma un mezzo punto che più si allontana nel tempo e più diventa leggenda. Anche perché allora a punti si andava in sei. E le macchine, come ha avuto modo di dire di recente Keke Rosberg, «sembravano go-kart in confronto a quelle di oggi». Nel senso che per guidarle era necessaria un’altra tecnica, un’altra forza. E invece, nonostante Tatiana Calderon e Sophia Flörsch, per dir solo delle più recenti nelle categorie di contorno, una Lella Lombardi all’orizzonte ancora non si vede.

E allora, dando per scontato che sia da lì, dai campionati­anteprima della F.1, che dobbiamo aspettarce­la, Liberty ha pensato di allargarne la piattaform­a alle donne. Ecco a voi quindi la W Series: campionato tutto al femminile. Di per sé non è una novità, è nato nel 2019 come costola del DTM, nel 2020 è rimasto bloccato dalla pandemia, ma ora nel 2021 è pronto a tornare alla grande nel molto più prestigios­o contorno della F.1. Sarà nel programma di 8 GP di stagione, con debutto il 23 giugno al Castellet. In pista 18 ragazze su auto di F.3. Tra loro, come già nel 2019, Vicky Piria, 27enne

Il campionato al femminile riparte nel 2021 e darà punti per ottenere la Superlicen­za Piria: «Ispireremo le bambine di domani»

italiana, «di mamma inglese e papà...calabrese, lo specifico perché ci tiene». E’ proprio lei a definire lo spirito che sottende al campionato in cui sta per imbarcarsi. «Credo sia per una questione statistica che non c’è più stata una Lella Lombardi. Se poche ragazze corrono sarà dura ne esca una capace di arrivare in F.1». Dunque, eccone 18.

Speranza per bimbe

Come punto di partenza va presa un’altra frase di Vicky. «Non è un reality, la W Series è un campionato vero». Talmente vero che quest’anno la Fia ha deciso che assegnerà punti per la Superlicen­za, rendendolo di fatto un potenziale trampolino per la Formula 1. «Se non avesse visto che il livello è buono – spiega Vicky – non l’avrebbe concesso. E del resto tutte noi abbiamo superato una selezione. All’inizio, due anni fa, eravamo più di 100. In una sessantina ci siamo presentate al secondo test, in Austria. Da lì un altro filtro, durissimo, in Spagna. E alla fine siamo rimaste in 18. Tutte consapevol­i di valere, e infatti c’è molto rispetto tra tutte noi». Lei, per dire, nel 2012 ha corso in GP3, contro Mitch Evans e Antonio Felix Da Costa, attuale campione della Formula E. Solo che poco dopo si è dovuta fermare, perché non aveva più alternativ­e. Ed è questo il punto che riguarda lei e molte altre: «Sì – conferma – perché avrei voluto proseguire in monoposto, ma sempliceme­nte non c’era modo. Uno sponsor che punta su una ragazza è come una squadra di NBA che scommette su uno di un metro e settanta. Così per cinque anni sono rimasta ferma. Poi è arrivata la W Series, un’opportunit­à straordina­ria. Perché ridà a me e altre 17 un sedile in cui non speravamo più. Ma soprattutt­o perché fornisce un esempio. Quando ero piccola e correvo in kart non osavo sognare di essere pilota, non avevo un vero modello. Ora le ragazzine vedono noi e si sentiranno incoraggia­te. Quelle che vogliono essere piloti, ma anche quelle che sognano di diventare ingegneri, o meccanici. Più si allarga la base e più statistica­mente sarà probabile avere finalmente un talento da Formula 1. Tanto più ora che della F.1 siamo nel contorno: una rivoluzion­e fantastica che immagino avrà un bell’effetto sugli sponsor».

Caccia alla Chadwick

La critica è che un campionato tutto di sole donne a qualcuno suona come una specie di segregazio­ne. Alcune, Sophia Flörsh e Pippa Mann più di tutte, su questo sono state durissime. «Io sono anche contenta per loro che riescono a correre in Formula 3 – taglia corto Vicky – ma che pilota sarei se rifiutassi un campionato come la W Series?». Dunque via, con l’obiettivo di migliorare il 2019, in cui Vicky è arrivata nona: «Venivo da un lungo stop, ma da Misano in poi (3a gara su 6, ndr) sono andata in crescendo». L’idea è quindi quella di attaccare le migliori. A cominciare da Jamie Chadwick, campioness­a del 2019: «È ancora tra le favorite, anche perché nel 2020 non si è fermata, ha corso in F.3 Regional. E con lei vedo Alice Powell e Emma Kimilainen». Vicky vuole essere davanti con loro.

La W Series è un campionato per monoposto riservato alle donne. Nato nel 2019 da un’idea di David Coulthard e Adrian Newey è sotto l’egida di Fia e F.1 e assegna punti per la Superlicen­za propedeuti­ca a gareggiare in F.1

Si gareggia con monoposto identiche (telaio Tatuus) a quelle della F.3 (270 Cv, 1.800 cmc turbo). Ogni weekend, sugli stessi circuiti della F.1, si compone di due prove libere, una qualifica e gara di 30’ più un giro.

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GETTY L’italiana Vicky Piria, 27 anni: la milanese è l’unica italiana che ha superato le selezioni per la W Series
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