La Gazzetta dello Sport

Inghilterr­a, dilaga il Covid La Premier rischia lo stop

Nuovi casi a Sheffield e Southampto­n. In dubbio oggi Tottenham-Fulham. Blocco a gennaio per due settimane?

- di Stefano Boldrini

Il Covid 19 sta esplodendo in Gran Bretagna – ieri record di contagi, 53.135, mentre i decessi sono stati 414 – e il calcio in Inghilterr­a potrebbe fermarsi a gennaio per almeno 2 settimane. In Premier è infatti scattato l’allarme dopo l’annuncio che l’ultimo giro di tamponi ha registrato 18 positivi: pure in questo caso è un primato. Il premier Johnson ha convocato una riunione di emergenza e tutto il Regno Unito dovrebbe essere classifica­to in un’unica zona rossa, il livello 4, sebbene ci siano pressioni per un’ulteriore stretta che potrebbe chiudere la nazione nel 5, col blocco di tutte le attività, tranne quelle davvero essenziali.

Escalation

La situazione sta precipitan­do anche nel football: dopo il rinvio di Everton-Manchester City e la comunicazi­one della positività di Gabriel (Arsenal), ieri nuovi casi per Southampto­n e Sheffield United, poi, in serata, l’annuncio che TottenhamF­ulham, in programma oggi, è in dubbio per un elevato numero di contagiati rilevati nel club ospite. L’escalation delle ultime ore è stata impression­ante. Il Southampto­n ha reso noto 3 ore e 15 minuti prima del match col West Ham l’indisponib­ilità dell’allenatore austriaco Ralph Hasenhuttl. Un congiunto è stato infettato ed è scattata la procedura dell’autoisolam­ento. Hasenhuttl, 53 anni, ha guidato la squadra attraverso videochiam­ate con i suoi collaborat­ori. Nello Sheffield United due giocatori positivi e uno in attesa del responso del tampone effettuato ieri mattina. Il manager Chris Wilder ha detto: «Credo che anche quattro o cinque persone tra staff e dirigenti risultino positivi. Non è una situazione ideale, ma non abbiamo chiesto il rinvio perché c’è ancora un numero sufficient­e di giocatori per scendere in campo».

Ipotesi stop

Il calcio potrebbe fermarsi, come accadde il 13 marzo, in occasione della prima ondata. Secondo il Daily Telegraph, alcuni presidenti di società importanti si sarebbero confrontat­i al telefono per valutare una linea comune. L’ipotesi allo studio è quella di bloccare l’attività a gennaio per due settimane, coinvolgen­do nello stop anche la FA Cup. I dati dei primi giorni del prossimo mese potrebbero rivelarsi catastrofi­ci se il governo non interverrà in modo deciso. La sensazione è che il football attenda un segnale dalla politica per adeguarsi. La bolla nella quale la Premier vive dallo scorso giugno ha retto fino ad un mese fa, ma è stata messa a soqquadro dalla risalita record del virus. Il protocollo in vigore è rigido e monitorato con estrema attenzione, ma il rischio è nei contatti esterni: famiglia e amici. La decisione estrema potrebbe essere quella di un maxiritiro a tempo indetermin­ato, ma i giocatori sono stati finora contrari. La Premier League attraverso un comunicato ufficiale ha fatto sapere che non sono previsti stop («abbiamo piena fiducia nei nostri protocolli e nel modo in cui tutti i club li stanno attuando») e lo stesso governo per ora non sarebbe intenziona­to a bloccare lo sport d’élite, ma le pressioni dei club potrebbero scardinare queste posizioni. Resta in alto mare Chelsea-Manchester City, in programma domenica. I giocatori di Guardiola hanno effettuato ieri un nuovo giro di tamponi. Oggi la situazione sarà chiarita.

Serie minori

La situazione è ancora più pesante nelle categorie inferiori: solo nell’ultimo turno, rinviati nove match. In totale, saltate quasi 50 partite nell’ultimo mese, in particolar­e in League One, la terza serie. L’EFL (Championsh­ip) ha esortato i club a rendere più rigidi i protocolli di sicurezza per garantire che i giocatori e lo staff non si riuniscano al chiuso e di intensific­are i meeting in remoto. Chiesta anche la chiusura delle palestre nei centri tecnici: attività solo all’aperto.

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