RIECCO KJAER IL PILASTRO IL MILAN VUOLE BLINDARE LA DIFESA E IL PRIMO POSTO M
A Benevento il centrale danese torna dopo un mese fuori Pioli ritrova un riferimento per tenere l’Inter alle spalle e per allungare a 22 gare senza k.o. lontano da Milano
entre sul 2020 scorrevano i titoli di coda, Simon Kjaer annunciava sui social di essere «tornato a casa», pubblicando uno scatto in tuta sui campi di Milanello. Domani sarà la volta di un altro ritorno, il più atteso di tutti: il pilastro si risistemerà al centro della difesa, a un mese dall’ultima volta, e il Milan ritroverà in un colpo solo esperienza, solidità e leadership, fattori che un campionato fa diedero la svolta e che potranno garantire continuità anche in questo 2021 appena cominciato. Non che nel frattempo, Pioli se la sia passata male: mentre Kjaer si divideva tra controlli medici e terapie, Romagnoli
e gli altri compagni di reparto, da Gabbia alla sorpresa Kalulu, si sono attrezzati per garantire copertura a sufficienza davanti a Donnarumma, mentre la forza del gruppo ha fatto il resto. Il risultato è stato un Milan capace di tenere il passo da scudetto anche quando gli assenti illustri hanno asciugato di titolari le ultime formazioni rossonere. Senza Kjaer, nello specifico, il Diavolo ha retto dietro e ha continuato a correre – mettendo insieme 4 vittorie e 2 pareggi tra campionato ed Europa League –: a Benevento Simon ritroverà la squadra dove l’aveva lasciata, al comando in solitaria. Con il danesone al centro della difesa, però, sarà tutta un’altra storia, perché quando Kjaer è al suo posto il Milan soffre poco e subisce ancora meno.
Equilibratore
Basta dare un’occhiata ai numeri delle ultime uscite: tra Samp e Lazio, ovvero nella fetta di campionato in cui Pioli ha dovuto fare a meno di Kjaer, il Milan ha incassato 8 gol. Stesso numero di reti prese nelle partite precedenti, che però erano state 9 (non a caso, l’ultimo
in campionato risale al 2-0 sulla Fiorentina, ultima apparizione del danese prima del k.o. contro il Celtic). Kjaer c’era e il suo impiego era una certezza: fino all’infortunio le aveva giocate tutte, e tutte dal primo minuto, unico rossonero a vantare la patente di titolarissimo in questa stagione. Adesso che la lesione alla coscia destra è solo un brutto ricordo – l’ora di gioco nella partitella con la Primavera dell’altro giorno è stata un buon test per fugare anche gli ultimi dubbi – il danese potrà ripetere quanto fatto un anno fa, quando si guadagnò il riscatto dal Siviglia nonostante il suo ingaggio fosse stato inizialmente percepito da molti come un ripiego dopo la fumata nera per Todibo, promessa del Barça 10 anni più giovane di lui. L’arrivo di Kjaer invece riequilibrò un reparto che si reggeva quasi esclusivamente sulle qualità di Romagnoli e che all’improvviso si è scoperto solido in tutti i suoi elementi. Proprio come è successo qualche metro più avanti. Perché con Kjaer e Ibra a guidare da un’area all’altra, Pioli ha risolto in pochi mesi un duplice problema: il Milan è diventato una macchina da gol, mentre dietro le disattenzioni si sono ridotte al minimo, con 38 reti al passivo in 26 partite nel 2020, miglior difesa della A nell’anno solare insieme a quella dell’Inter. Meno appariscente di Zlatan ma altrettanto efficace, Kjaer è un leader a modo suo: «Cerco di dare l’esempio e provo a trasmettere un messaggio ai più giovani, perché negli anni ho imparato che non bisogna mai accontentarsi». E il messaggio passa, perché accanto a lui migliorano tutti, dagli ex Primavera fino allo stesso Romagnoli, passato dagli alti e bassi con i partner precedenti (Mexes, Paletta, Alex, Musacchio) alla maturità
Allungo
Contro Inzaghi mancheranno le discese di Theo, squalificato, e il Milan perderà inevitabilmente qualcosa in fase di spinta. Ma Pioli recupererà la saggezza del suo punto di riferimento. Un’arma in più per tenere l’Inter alle spalle e allungare una striscia che dura da un anno, e che ha contribuito a stabilizzare il gruppo lassù: dall’11 gennaio scorso a oggi, i rossoneri non hanno mai perso lontano da San Siro infilando 21 risultati utili di fila tra A e coppe (esclusi quindi gli ultimi due derby, uno perso e uno vinto, giocati in casa dell’Inter). Altro che il 5-0 dell’Atalanta nel dicembre 2019, ultimo k.o. fuori. Ma era un altro Milan, e Kjaer viveva ancora a Bergamo.