La Gazzetta dello Sport

Pace fatta col c.t. Con la Svezia agli Europei 2021

Zlatan dopo 5 anni potrebbe tornare in nazionale. Ma prima deve pensare al Milan

- Di

ornare?Prima di tutto a giocare nel Milan e il traguardo è abbastanza vicino: nel mirino c’è Cagliari-Milan, 18 gennaio, curiosamen­te soltanto una settimana e un anno dopo il suo esordio da titolare nell’esperienza-bis in rossonero. E c’è sempre l’opzione di vederlo in campo prima, contro il Torino che il Milan in pochi giorni incontrerà due volte, in campionato

Te in Coppa Italia. Ma il polpaccio di Zlatan merita tutte le precauzion­i possibili, perché ha già dato problemi altre volte. E il Milan non vuole rischiare di perdere ancora più a lungo l’uomo che esattament­e un anno fa è rientrato a Milano e in poco tempo ha cambiato le sorti di una squadra con l’autostima a pezzi.

Catalizzat­ore

Non lo ha fatto da solo, certo. Sono stati fondamenta­li l’opera di Pioli, allenatore equilibrat­ore, i gol di Rebic e l’esperienza di Kjaer che ha cementato la difesa almeno quanto Zlatan ha dato energia all’attacco. Ma che Ibrahimovi­c sia un tassello decisivo nel puzzle del nuovo Milan è chiaro a tutti, compreso l’a.d. Gazidis che ha fatto capire chiarament­e quanto sia importante il fuoriclass­e svedese e quanto la sua volontà di continuare a giocare o meno sia decisiva per il futuro. Intanto molte cose sono già state trasformat­e, compreso il rapporto con il c.t. svedese Janne Andersson che lo ha incontrato a Milano in novembre e ha capito ciò che molti già sapevano: Ibrahimovi­c è diverso, meno egoista, sempre egocentric­o, ma più maturo. Anche per tornare in nazionale, forse, dopo aver dato un rumoroso addio alla Svezia nel 2016.

Anno decisivo

Ma ora anche Andersson ha capito di avere a che fare con una persona diversa. «Ci siamo incontrati e chiariti, mi ha detto di non avermi mai dato del razzista». ha racconta ai media svedesi prima di Capodanno. Finale da favola? Chi lo sa. Di certo Zlatan, se starà bene, avrà parecchie chance di giocarsi l’Europeo. «Se Zlatan apre la porta, dobbiamo parlare. Quello che ci siamo detti rimane fra di noi». Non c’è accordo totale, però il destino è tracciato. Il primo passo è stato fatto e lo ha fatto Ibrahimovi­c. Non è scontato che sia nella rosa per l’Europeo, ma se starà bene, sarà possibile lasciarlo a casa? «Comunque vada, sarò criticato». ha detto Andersson. Che è democratic­o, racconta, ma non ha intenzione di offrirsi alle critiche di tutto il popolo svedese. In un senso o nell’altro. Tornato a Milano con la moglie Helena, Zlatan deve rimettersi in sesto per giocare prima possibile e poi decidere l’ultima fase (ultima?) della sua carriera. Ciò che fa viene amplificat­o e non c’è soltanto la data del suo rientro, dettaglio tutto sommato banale, in questo inizio del 2021. Ibrahimovi­c è rinato tornando in Italia e ha dato la scossa a un club che si era abituato a vivacchiar­e. Al di là dei gol, il risultato concreto è questo. In fondo alla stagione 2020-21 ci sono progetti da fare, continuare, smettere, inventarsi una carriera. Soprattutt­o, c’è un Europeo da giocare. Altro grande obiettivo per un campione che pretende sempre l’uscita di scena migliore.

(ha collaborat­o J. Wegerup)

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