IMBATTIBILE Pellegrino Re Il falco delle sprint non sbaglia un colpo «Ho regalato sorrisi»
Domina pure in Svizzera. Terzo successo di fila nella specialità: «Per la gente che ha passato le feste in modo diverso»
Falco Pellegrino. Un tris autorevole, imperioso, da signore della specialità. Senza Klaebo e i suoi sodali norvegesi, lontani dal Tour de Ski in polemica per le regole Covid considerate poco stringenti (e l’assenza dalla Coppa potrebbe addirittura protrarsi fino ai Mondiali di Oberstdorf a febbraio), Chicco da Nus maneggia le sprint con il piglio del padrone. Dopo le perle di Davos e Dresda, anche la Val Mustair con la prima tappa del minicircuito che quest’anno festeggia l’edizione numero 15 applaude il poliziotto azzurro, mentre tra le donne sorride la svedese Svahn.
A braccia alzate
La terza meraviglia di fila dell’iridato 2017 matura già dalle qualificazioni, con il miglior tempo e una perfetta interpretazione dell’anello svizzero, reso impegnativo dalla neve fresca che allenta i binari e richiede occhio e potenza. Nel pomeriggio, Pellegrino controlla in scioltezza il suo quarto di finale ma poi deve esibirsi in una zampata da campione per uscire indenne da una semifinale infuocata con quattro atleti sulla stessa linea (la vincerà per una punta). In finale, il rischio concreto è di finire stritolato dai giochi di squadra dei russi, che sono in tre e hanno in Bolshunov un califfo assoluto delle volate, oppure della coppia francese. Per evitare intoppi, Chicco forza il ritmo già all’inizio del secondo giro, apre il gas e allunga perentoriamente fino a rimanere intoccabile per il resto della truppa, che può solo guardargli le spalle, tanto che lui potrà addirittura permettersi un arrivo a braccia alzate, evento raro nelle tonnare delle sprint.
Messaggio di gioia
Questa vittoria regala a Pellegrino la soddisfazione del pettorale di leader del Tour almeno per un giorno e gli fa raggiungere il norvegese Hattestad nella classifica dei fondisti con più podi nelle sprint di Coppa del Mondo: ora sono 32. La giornata perfetta, insomma: «Ho sfruttato quarti e semifinale per mettere a punto la tattica migliore, volevo evitare di rimanere chiuso nella morsa degli avversari. C’erano le condizioni per arrivare alla volata davanti a tutti e rimanere lì, e l’ho sfruttata. La neve tra l’altro era lentissima e si è messo a nevicare durante le qualificazioni, e gli sci magari non erano scorrevoli come avrei voluto. In finale ho cercato di controllare le code, poi mi sono accorto che dietro faticavano a starmi attaccati, così ho allungato per prendere qualche metro di vantaggio che poi è stato facile controllare». Un trionfo con dedica speciale: «A causa del lockdown tanti italiani hanno passato le feste natalizie in modo diverso dal solito, spero con questa bella gara di avere regalato un sorriso a tutti nella speranza che il 2021 ci regali momenti più spensierati e gioiosi. E dire che alla partenza non ero troppo convinto, non mi sentivo come a Davos e Dresda, perché avevo caricato un po’ gli allenamenti. Ma ogni volta che ho passato il turno le certezze sono tornate».