La Gazzetta dello Sport

CONTE DA FILOTTO «LOTTEREMO FINO ALLA FINE»

CONTE-INTER, TRINCEA SCUDETTO NESSUNO COME LUI IN SERIE A

- di Conticello, Saporito, Stoppini

«Ringrazio l’offerta e vado avanti», era il tormentone di quella famosa trasmissio­ne tv. Ecco, qui l’offerta neppure c’è stata, il mercato dell’Inter è finito prima di cominciare. Ma Antonio Conte non si tira indietro. Va avanti, the show must go on. E sì, deve continuare, possibilme­nte con la stessa andatura di prima. Velocità di crociera già alta, ecco perché Conte dice «non dobbiamo mandare alcun messaggio, dobbiamo solo confermarc­i e continuare a essere credibili». Mica semplice, mentre la proprietà prova a far quadrare i conti, tra bond da rifinanzia­re e ricerca di nuovi partner per proseguire il viaggio. Ma soprattutt­o, è la linea dell’austerity e del taglio dei costi dettata da Steven Zhang ai dirigenti (e dunque allo stesso Conte) a far nascere qualche punto interrogat­ivo. Inutile girarci intorno: la squadra saprà isolarsi?

Andatura

Eccolo, allora, il ruolo dell’allenatore. Conte è l’unico tra i tecnici di oggi in Serie A ad aver già vinto uno scudetto in panchina. Banalmente, sa come si fa. E di certo, allontanar­e il più possibile il gruppo squadra da distrazion­i esterne è uno degli ingredient­i del successo, forse uno dei principali. Conte si è già mosso in questa direzione, parlando con i suoi giocatori. Ma poi saranno i risultati delle prossime partite a dare una prima risposta: Crotone oggi, poi la Sampdoria mercoledì, subito dopo due scontri diretti con Roma e Juventus, quattro esami buoni per orientare la bussola. Qui si capisce tutto. Perché l’Inter a Natale era arrivata lanciata da sette vittorie consecutiv­e, lasciando dietro di sé a Verona la sensazione di aver trovato la quadratura, di aver capito di essere in grado di fare più cose, più tipi di partite, vincendo sempre. Ecco, serve quella stessa Inter per tenere il passo del Milan. Anzi, meglio: per far sì che il Milan non tenga il passo di Conte. Perché nessuno corre come Antonio in Serie A. Nessuno ha la sua media punti in campionato, 2,24 a partita. Peraltro, media di fatto confermata nell’anno e mezzo alla guida dell’Inter, con un andamento da 2,20 ogni match. Così, non gli sta dietro nessuno. Per intendersi: non gli sta dietro neppure lo Stefano Pioli in salsa rossonera, che ha una velocità di crociera inferiore a Conte da quando si è seduto sull’altra panchina di Milano.

Ad Antonio, allora, «basterà» confermars­i. Basterà far correre i suoi come è riuscito a fare sin qui. Detta così, sembra semplice. Ma non ci sarà il mercato a risolvergl­i qualche problema, come accaduto un anno fa con gli arrivi in corsa di Moses e Young a sistemare le cose. Di più: non è neppure detto che si trovi un amatore davvero interessat­o per Eriksen da qui a fine gennaio, giusto almeno per abbassare il monte ingaggi e anche il livello della polemica per tutte le volte che il danese non scende in campo. La cena si fa con quel che c’è, fa sapere Zhang. E allora ecco Conte lanciare un altro appello, l’ennesimo, alla sua squadra: «Io chiedo l’eccellenza. E per fare cose straordina­rie bisogna essere persone straordina­rie».

Tutti a bordo

È un modo per tenere tutto a bordo della barca, in piena rotta per il titolo. Lo scudetto è una parola che non dà più fastidio a sentirla pronunciar­e, posto che ormai è chiaro a tutti che bisognerà fare di necessità virtù, poggiandos­i sull’impegno unico a settimana da febbraio in poi, ma essendo pure costretti a sperare che non si infortuni nessuno da qui in avanti, specie in alcuni ruoli cruciali (attacco su tutti). Il resto lo farà la velocità di crociare, che oggi racconta di una proiezione da 90 punti per Lukaku e compagni. «Vogliamo proseguire la striscia positiva – ancora il tecnico –. E se sei nell’Inter, hai il dovere di credere, di lottare fino alla fine per il massimo». Anche se il viaggio non permette a breve soste rifornimen­to ai box.

Bisogna continuare a essere credibili. Qui hai il dovere di lottare fino alla fine per vincere

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L’allenatore isola la squadra dopo il diktat di Zhang sui costi. In campionato ha la media punti più alta: «Vogliamo il massimo»

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Antonio Conte, 51 anni, guida l’Inter dal 2019. Nel campionato scorso ha chiuso al secondo posto con 82 punti, uno in meno della Juventus campione d’Italia. In Europa è arrivato in finale di Europa League, perdendo con il Siviglia
GETTY Leader Antonio Conte, 51 anni, guida l’Inter dal 2019. Nel campionato scorso ha chiuso al secondo posto con 82 punti, uno in meno della Juventus campione d’Italia. In Europa è arrivato in finale di Europa League, perdendo con il Siviglia
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Sul gruppo (Lukaku in foto)
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Sul vertice (Zhang in foto)
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