La Gazzetta dello Sport

Pari con Rino nell’unico precedente

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era alla sua prima esperienza da tecnico. Avrebbe avuto bisogno di tempo per sbagliare e imparare, per provare e maturare, ma il tempo su quelle panchine non c’è per nessuno. Pippo ingoiò in silenzio alcune battute di Berlusconi, evitò accuratame­nte di sfogarsi o di dividere le responsabi­lità. Si prese le critiche e andò via. Quella delusione gli fece male, anche fisicament­e. Ma non si è mai permesso di dire mezza parola contro il Milan. «E cosa avrei potuto dire? Quella è casa mia». Oggi alle 18 si gioca e per Pippo ovviamente non può essere una partita come le altre: «Il Milan è la mia vita. Voglio batterlo, certo, farò di tutto per vincere perché questo è lo sport. Però il Milan non sarà mai un nemico».

Pippo e Ibra

Ieri nella conferenza di presentazi­one Inzaghi ha raccontato così la sua vigilia particolar­e: «E’ un po’ come quando ho affrontato mio fratello. Un’emozione indescrivi­bile anche se fu dura. Sapete tutti quanto sia legato al Milan, credo che il sentimento sia ricambiato da parte del popolo rossonero. Saremo avversari per 90 minuti e dal fischio finale tornerò ad essere il primo tifoso del Milan». Stefano Pioli gli ha dedicato parole dolci: «Penso che Inzaghi sia stato un campione e sia una persona intelligen­te. Come tecnico è cresciuto, facendo tesoro delle proprie esperienze. Può diventare un ottimo allenatore». Poi Pioli ha scherzato sull’eventuale impiego di Inzaghi nel suo attacco attuale: «Credo che avrebbe sempre trovato posto, anche se noi abbiamo raggiunto un certo equilibrio. Inzaghi ha rappresent­ato il massimo per quanto riguarda gli attaccanti d’area. Sapeva sempre dove arrivava il pallone e quindi sarebbe stato sicurament­e utile anche a noi». Sono passati 3.157 giorni dall’ultimo gol di Pippo con la maglia del Milan. Era il 13 maggio 2012, i rossoneri vinsero 2-1 contro il Novara e quel pomeriggio Ibrahimovi­c chiuse la sua prima esperienza col Milan. Otto anni e mezzo dopo Ibra è di nuovo qui, il Milan è finalmente competitiv­o. E Inzaghi è sempre lo stesso: innamorato pazzo del pallone, felice di passare ogni giornata sul campo, maniacale nella preparazio­ne delle partite, concentrat­o sul Benevento. E tifoso del Milan, perché quella maglia non l’ha mai tolta davvero.

Una grande emozione, come quando ho sfidato mio fratello. Sono molto legato al Milan

In questo Milan Pippo avrebbe trovato posto: sapeva prima dove arrivava la palla

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Inzaghi
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Pioli

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