C’è Vidal dall’inizio Il cileno sprinta per essere se stesso
Arturo titolare dopo un mese: finora non è stato determinante
a tutto, anche il portiere», disse in un eccesso di entusiasmo Antonio Conte, che di Arturo Vidal è quasi un papà, non solo l’allenatore. Nella sua vita interista, però, il cileno è partito misteriosamente a singhiozzo: di quel «tutto» si è visto pochino, anche per questo c’è una discreta attesa per il suo ritorno da titolare con il Crotone oggi a San Siro. Finora nella mente dei tifosi sono rimaste certe intemperanze europee: gli errori contro il Borussia Mönchengladbach a San Siro e la sciagurata espulsione con il Madrid, sempre in casa. Non è esagerato dire che un pezzo di Champions ce l’ha sulla coscienza il cileno. Un guaio alla coscia destra, poi, ha
«Fcomplicato la ripartenza subito dopo: nel momento in cui avrebbe dovuto riscattarsi, l’infortunio ha aggiunto ritardo su ritardo. Da quando è tornato arruolabile, nelle ultime due dell’anno passato, Conte gli ha concesso soltanto una ventina di minuti finali: una volta il tecnico ha dato fiducia a chi aveva fatto il lavoro sporco al posto di Arturo; un’altra lo ha sacrificato sull’altare di un tridente offensivo. Così con lo Spezia è toccato al soldato semplice Gagliardini, a Verona a Perisic dietro a Lukaku. Calendario alla mano, da un mese il mediano bramato da Conte non è più titolare: l’ultima il 5 dicembre, 3-1 a San Siro contro il Bologna di Miha.
La posizione
Con il Crotone Vidal riprenderà il proprio posto, quello pensato dal tecnico sin dall’inizio: in mezzo sul centrosinistra, speculare a Barella dall’altro lato, in un movimento a pendolo potenzialmente devastante. Ma la duttilità cilena ha portato pure un po’ di confusione, al punto che ieri Conte ha dovuto mettere ordine nella disputa sul ruolo di Vidal: «La posizione di Arturo è quella di interno di centrocampo — ha detto –, è bravo nella fase di non possesso, è bravo nell’attaccare. Anche quando è entrato con l’Hellas ha giocato nella sua posizione». Al di là della porzione di campo da occupare, però, sul tavolo resta l’altra grande questione: finora il cileno è l’unica arma davvero spuntata della casa. Non ha mai fatto quello che gli riesce meglio. Sedici gare senza gol sono una macchia per chi in una sola stagione, partendo da centrocampo, è riuscito a farne 18: era il 2013-14, terza stagione del Conte bianconero. Le gambe invecchiano e Arturo non ha la freschezza di allora, ma l’istinto dell’inserimento è rimasto quasi intatto. E poi il feeling con il tecnico, immutato, fa il resto. Basterebbe a rendere ottimisti per questo 2021, come se con il nuovo anno iniziasse davvero l’avventura del Vidal nerazzurro. Conte gli darebbe pure i guanti di Handanovic, ma è meglio partire dall’essenziale: spalleggiare come si deve Brozovic e Barella.