Il bello dell’Europa
È il potere di un “altro calcio” Atalanta-Sassuolo, chi decolla? De Zerbi ha sempre sofferto Gasperini ma stavolta è lui ad arrivare alla sfida in zona Champions, che la Dea insegue per la terza volta
l contropotere del bello. O anche: «In mezzo a tante squadre metropolitane, le più vicine a loro». La sintesi è a cura di Gian Piero Gasperini, ieri. Atalanta-Sassuolo, oggi: non è bestemmia pensare che possa essere la più godibile, in questa inconsueta domenica da dieci-partite-dieci. E già basta per dare il senso della dimensione raggiunta da queste due (più o meno) ex provinciali. Ex soprattutto l’Atalanta, che De Zerbi cataloga come «ormai grande: vale squadre come Juventus, Inter o Milan». E non solo perché il Sassuolo in campionato ci sbatte la testa da sei partite di fila, prendendo poco meno di quattro gol alla volta. Le ultime quattro sconfitte con lui in panchina: ognuno ha la sua avversaria (o il suo collega avversario) kryptonite, e il Deze non ha dubbi di quale sia la sua.
IIn controtendenza
È questione di diversità, di differenti modi di percorrere la strada verso il bello, un calcio che faccia bene anche all’anima e non solo alla classifica. Spesso è stata questione di ritmo e di aggressività, il sangue agli occhi e l’intensità della corsa dei nerazzurri, le loro sfide a tutto campo, a sporcare idee e palleggio del Sassuolo. Fino a cambiare i termini delle partite, che pure - ha detto ancora il Gasp «per noi sono state sempre da interpretare». E lì, una volta mutata l’inerzia, spesso Gasp ha potuto giocare a incartare la ricerca di alternative di De Zerbi. Ci sta che sia un’altra bella partita a scacchi, anche oggi: i due non si fanno problemi a muovere le rispettive pedine. E anche in controtendenza rispetto al passato e a quanto fatto dal collega. Così ormai da un po’ De Zerbi ha rivisitato il suo 4-3-3 in 4-2-3-1, per concedersi stabilmente un uomo offensivo in più, proprio quando Gasperini ha scelto di non considerare legge i tre attaccanti, investendo dei compiti di trequartista un centrocampista equilibratore come Pessina.
Buona la prima?
Non sempre, e dunque non è detto che sia così anche oggi. Ma è per dire del loro essere diversi anche nel cambiare. E di quanto, dunque, potrebbe essere dissimile rispetto alle precedenti la gara di oggi. Anche se è la prima del 2021, e pure in questo caso sarebbe il Sassuolo a doversi preoccupare. Da quando allena la Dea, per Gasperini il buon anno si vede dalla prima: dal 2017 al 2020, sempre vinta. E a questa arriva con cinque giorni completi di lavoro alle spalle: in stagione le era successo solo una volta, e solo per il rinvio della gara di Udine. «Buoni allenamenti, per noi molto utili: ora siamo pronti per giocare questa “nuova stagione”. Davanti ci sono cose straordinarie da poter aggredire, abbiamo tutti le pile molto cariche». Carica a lunga durata, come richiede la prossima full immersion, a un ritmo di nuovo infernale di partite: in gennaio l’Atalanta ne giocherà otto o nove (se batterà il Cagliari in Coppa Italia) in 29 giorni. Che diranno molto sulle sue prospettive europee: a cominciare da quella di oggi, che promette risposte anche alla rivale. Perché almeno in una cosa Atalanta e Sassuolo non sono così diverse: cercano entrambe una frontiera extraconfine. Quale sarà è ancora presto da dire, ma non da sognare, inseguire. De Zerbi non si nasconde: «Sulla carta ci sono almeno sette squadre più forti di noi: arrivare tra le prime sette vorrebbe dire andare oltre. Ma l’anno scorso abbiamo chiuso ottavi, proviamo ad andare più avanti: non so fino a dove». Intanto, dall’alto del quarto posto di oggi, il Sassuolo arriva a Bergamo in «zona Champions», quella che l’Atalanta ha imparato a frequentare già da due anni. Extrametropolitane si nasce e si cresce: continuando a divertire, si spera.
ha collaborato Stefano Fogliani
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In mezzo a tante squadre di metropoli, oggi forse siamo le due più vicine a loro