La Gazzetta dello Sport

Cagliari e Napoli Il talento al comando per tornare a vincere

Il brasiliano è già a quota 8 reti ed è sempre più indispensa­bile per Di Francesco Il capitano azzurro è rinato con Gattuso: il suo gol al Torino prima della sosta ha evitato il tracollo

- di Mimmo Malfitano NAPOLI

Li unisce il talento, la capacità di avere col pallone quella confidenza che in pochi possono permetters­i. Cagliari-Napoli è anche la loro sfida. Joao Pedro e Lorenzo Insigne hanno in comune la qualità, quel tipo di calcio che talvolta riesce persino a esaltare. Giocate estrose, che sorprendon­o gli avversari e, talvolta, risultano spesso determinan­ti per le rispettive squadre. Pur condividen­do la tecnica, i due hanno un modo di giocare diverso: il brasiliano entra più nel vivo del gioco, agendo alle spalle del centravant­i nel 4-23-1 che Di Francesco sta applicando perché più adatto alle caratteris­tiche del giocatore. Più defilato, invece, il capitano del Napoli che tende ad allargarsi sulla sinistra per poi convergere verso il centro e colpire col suo destro è gradevole, come l’estro che ne esalta il gioco.

Rinascita Pedro

La loro storie hanno diversi aspetti in comune. Prima che Di Francesco lo mettesse al centro del suo progetto tecnico, il trequartis­ta brasiliano è stato sul mercato per l’intera sessione estiva. C’era il Torino pronto a ingaggiarl­o, ma intorno al giocatore si sarebbe potuta aprire una vera e propria asta considerat­i i 18 gol realizzati nello scorso campionato. Forte della presenza in organico di altri due attaccanti, Simeone e Pavoletti, il presidente Giuliani aveva pensato di cederlo per chiudere una nuova plusvalenz­a dopo quella di Barella. Poi, l’idea è rientrata grazie anche alla richiesta dell’allenatore, convinto che intorno al brasiliano avrebbe potuto organizzar­e la fase offensiva. L’intuizione è stata premiata, almeno fino a questo momento. Joao Pedro ha già realizzato 8 reti e prodotto un assist vincente ed è sempre più indispensa­bile negli schemi di Di Francesco.

Ritorno Insigne

Il rilancio del capitano è coinciso con l’arrivo in panchina di Rino Gattuso, che lo ha restituito ai compiti e al suo ruolo. Tutto qui? Certo che no, perché l’allenatore è riuscito a restituirg­li la fiducia in se stesso, che Lorenzo aveva smarrito da qualche anno, sia per motivi ambientali sia per questioni di rapporti col club. Non più tardi di un anno fa sembrava scontato che Insigne lasciasse Napoli, l’intesa con Aurelio De Laurentiis s’era incrinata parecchio. E poi, la storia dell’ammutiname­nto, le multe minacciate a

tutti i giocatori. Insomma, s’era persa la tranquilli­tà e la gioia di giocare per la maglietta azzurra. Dodici mesi dopo, Insigne vive una nuova dimensione, senza Mertens e Osimhen, il suo compito è diventato ancora più gravoso. Gattuso ha impostato il proprio progetto tecnico intorno al talento del capitano, convinto che le sue qualità possano essere determinan­ti per le ambizioni del club.

Ripartenza

Il Napoli, dunque, ripartirà da colui che ne ha evitato il tracollo nell’ultima gara prima della sosta natalizia. È stato di Insigne, infatti, il gol che ha determinat­o il pareggio nei minuti di recupero. Diversamen­te, Gattuso avrebbe dovuto sommare la terza sconfitta consecutiv­a dopo quelle rimediate contro Inter e Lazio. Il Napoli ha bisogno di punti pesanti per rientrare in zona Champions League, mentre i sardi non vincono dal 7 novembre, contro la Sampdoria (2-0). E contro lo stesso avversario anche il Napoli ha ottenuto l’ultimo successo, il 13 dicembre scorso.

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