Cagliari a metà
Difesa e giovani faticano DiFra spera in Nainggolan
Troppi gol subiti, difficoltà in mezzo e cambi in crisi: I rossoblù devono svoltare, il Ninja subito titolare
A centrocampo Marin non riesce a ingranare, Rog è out: troppo spazio ai tiratori
Davanti Simeone non segna da ottobre Per Pavoletti poche occasioni
Ora la classifica preoccupa. Chiaro, basterebbe battere domani il Benevento per sistemarla. Ma, a questo punto, superare la squadra degli ex Artur Ionita e Marco Sau diventa un obbligo per il Cagliari di Eusebio Di Francesco che non vince da 8 partite, cioè dal 7 novembre in casa con la Sampdoria (2-0), ma che in queste 8 sfide ha raccolto la miseria di 4 punti pareggiando in casa con Spezia e Udinese e fuori con Verona e Parma. Le altre gare le ha perse con Juve e Roma fuori, Inter e Napoli in casa. Proprio l’ultima batosta interna (1-4) contro il Napoli ha acceso più di un campanello d’allarme anche se non ha messo in dubbio la posizione di Di Francesco che ha un contratto biennale (alto) e che con il presidente Tommaso Giulini ha programmato un progetto in cui ha voce in capitolo anche da manager. Però il DiFra deve accelerare perché il Cagliari oggi è solo 3 punti sopra la zona retrocessione ed è quindicesimo a quota 14. Nella stessa zona in cui ha finito le tre precedenti stagioni.
Dati negativi
Nelle 8 gare incriminate i rossoblù hanno incassato 16 reti, segnandone 8 e quattro col miglior giocatore, il brasiliano Joao Pedro (arrivato a quota nove), Solo una volta ( a Parma) la porta di Alessio Cragno, l’altro miglior elemento, il portiere che fa più parate in Europa (e questo dice tanto) è rimasta inviolata. In totale, in 15 sfide, solo due volte Cragno non ha preso gol, incassandone, però, 31.
Quella del Cagliari è la terza peggior difesa, hanno preso più gol solo Torino e Crotone.
I guai
Cosa succede al Cagliari che era partito benino nelle prime sette giornate, pareggiando fuori col Sassuolo e battendo Torino (fuori), Crotone e Samp? La squadra col 4-2-3-1 non domina mai l’avversario. Perché? I giovani hanno perso la spinta propulsiva. Zappa e Sottil, esterni di gamba, sono calati. Simeone non segna dal 31 ottobre e per DiFra è il centravanti titolare. Il regista Marin non guida ancora la squadra come dovrebbe un giocatore valutato 10 milioni. In mezzo si concede troppo ai tiratori avversari e ora l’assenza fino a fine stagione di Rog non aiuta. La difesa centrale dalla partita con la Juve non è praticamente mai stata la stessa. Solo Walukiewicz (2000) ha garantito continuità, saltando l’Udinese per infortunio. Ceppitelli, Godin, Klavan e Carboni si sono arresi al Covid. Pisacane è fuori dai radar del tecnico, anche se amato dall’ambiente, e si sta dirigendo verso Lecce. Un peccato perché ha sempre fatto il suo. Lui e Pavoletti non sembrano godere di particolare considerazione, visto che il bomber dei 16 gol di due tornei fa, dopo la (doppia) rottura del crociato ha giocato da titolare quattro volte, tre delle quali per la positività del Cholito. Domenica è entrato a 7’ dalla fine sull’1-3 con la squadra in 10. Forse eccessivo. I giovani cambi, da Tramoni a Tripaldelli, da Carboni a Caligara, finora non hanno avuto il giusto impatto con la A. I cambi di qualità, Pereiro e Oliva, non sono riusciti a incidere. L’esterno alto Ounas ha brillato solo per qualche sprazzo. Forse le cose migliori sono arrivate dalla punta Cerri che, in estate, non rientrava nei piani ed era partito dalla positività. Costruire un nuovo Sassuolo per Eusebio Di Francesco non è assolutamente semplice. Anche se Zappa e Sottil sono cresciuti. Ora occorre fare in fretta i punti per salvarsi. E la speranza, oltre al mercato e a un mediano, si chiama solo Radja Nainggolan. Che già domani sarà pronto.