«Mare, passione e storia Vi racconto il nuovo stadio»
L’architetto americano sta progettando l’impianto rossoblù: «Ci saranno anche piscine, terrazze e hotel. E sarà rumoroso»
Giulini è un ottimo cliente, molto ambizioso. Spero di tornare presto a Cagliari
Lo stadio del futuro. è ancora quello dei sogni. Il Cagliari continua a giocare alla Sardegna Arena, ma guarda avanti dopo il Centenario e il progetto dell’impianto che sorgerà laddove ora c’è quel che resta del Sant’Elia va avanti, A capo di tutto c’è l’architetto americano David Manica che lavora insieme a Sportium, la società specializzata che si occuperà della nuova casa del Cagliari.
Architetto Manica, a che punto stanno i programmi, i progetti, i lavori?
«Abbiamo completato la riprogettazione del concetto seguendo il bando originario e ci stiamo coordinando con l’ufficio progettazione e approvazione del comune. Stiamo integrando le direttive del cliente, relative all’opportunità di affittare a terzi e il feedback dei costi da parte degli appaltatori».
Come immaginate il nuovo stadio di Cagliari?
«Si tratta di un’opportunità incredibile per società, città e il futuro del calcio in Italia. Vogliamo fare uno stadio straordinario, di livello mondiale, che possa essere un punto di riferimento in tutto il mondo. La posizione dello stadio sul mare è mozzafiato e iconica. Credo che il design degli esterni sia altrettanto bello. Nella zona dei posti a sedere, gli spettatori sono situati il più vicino possibile al campo e gli angoli di visuali sono ripidi e ottimizzati. Sarà uno stadio rumoroso e la folla si sentirà dentro l’azione. Ma è molto più di uno stadio. In realtà il complesso integra varie strutture come un hotel, un museo, e vari bar e ristoranti. Uno scenario molto emozionante».
Ci può raccontare la sua idea dello stadio di Cagliari? «Innanzitutto è un edificio molto solido, forte per la squadra e nel legame con storia e popolo sardo. Vorrei fosse il riflesso della forza del popolo sardo».
Cosa deve esserci e cosa non deve più esserci? «Dobbiamo mantenere e proteggere la storia del club. Tutto il resto guarderà al futuro. L’intero sito diventerà una destinazione importante per la città anche quando non si gioca».
C’è qualcosa di specifico che non può mancare?
«Uno degli aspetti di cui vado più orgoglioso è il modo in cui lo stadio ridefinirà l’esperienza dei tifosi in Italia. Credo che, oltre alle cose citate ci sarà opportunità di divertimento per tutti con piscine, terrazze panoramiche, negozi , aree gioco».
Gli sky box dovranno essere tutti al piano di sopra o anche vicini al campo come a Bergamo?
«A Cagliari ci saranno entrambe queste soluzioni. L’intenzione è quella di offrire uno stadio all’avanguardia. Al tempo stesso diversificato e unificante».
C’è un colore che dominerà . Ci sarà tanto rosso e blu? «Certo che ci sarà tanto rosso e blu. Per il resto dovete aspettare e vedere». Che cosa le ha chiesto il presidente Giulini? «Il presidente Giulini è un cliente eccellente con aspettative molto alte. C’è un detto che dice un architetto è buono quanto il suo miglior cliente».
Conosce Cagliari?
«Sono stato qualche volta, non vedo l’ora di tornare».
Lo stadio più bello per lei? «Difficile. Ma potrei citare il San Nicola di Bari di Renzo Piano, ora un po’ datato, ma così bello nella sua semplicità. Di quelli progettati da me mi rende orgoglioso l’Allegiant Stadium completato per i Las Vegas Raiders di football».
È in corsa anche per costruire il nuovo stadio di Inter e Milan.
«Sarebbe davvero epico. E spero di far parte anche io della realizzazione di quel progetto. Non deve essere una cattedrale o una galleria perché Milano li ha già. L’Italia è un posto meravigliosamente complicato».