Psg, con Pochettino scatta la linea dura Torna anche il ritiro
Mercato: in uscita Herrera, Draxler, Kehrer, Gueye e Paredes. Idea Dele Alli
Sulla carta è una partita di poco conto, contro un’avversaria abbordabile. Ma quella di domani, a Saint Etienne, è la gara più attesa della penultima del girone d’andata. Non tanto perché in ballo ci sono punti pesanti per il titolo di campione d’inverno, ma soprattutto perché il Psg si presenta con il nuovo allenatore. Mauricio Pochettino debutta alla guida del club dell’emiro del Qatar, da successore di Thomas Tuchel silurato alla vigilia di Natale, pochi minuti dopo aver demolito lo Strasburgo per 4-0, con una squadra certo terza, ma a meno uno dalla vetta e soprattutto qualificata da prima per gli ottavi di Champions League, di cui è stata finalista ad agosto. Insomma, un’eredità importante. Almeno in apparenza, perché in realtà da mesi i vice-campioni d’Europa sembrano vivere alla giornata, sugli allori del talento di Neymar e Mbappé, senza una vera identità di gioco. Quella cioè che dovrà forgiare l’ex allenatore del Tottenham, che sarà presentato oggi via Zoom. Da capire se con o senza limoni sul tavolo.
Aura
L’argentino, ex capitano del Psg nel 2002, e ben prima che Doha ne facesse una prestigiosa vetrina sul mondo, ha reputazione di sergente di ferro. Ma dietro la scorza del tecnico esigente attento alla disciplina, c’è una sensibilità trascendentale, che va al di là della comunicatività sudamericana. L’allenatore di origine piemontese infatti crede nell’energia universale e, come spiegato nella sua biografia, sostiene di percepire l’aura delle persone: «Al di là di dati e test, mi affido alla capacità di vedere se circola una buona energia». Per assorbire quella negativa, Pochettino usa invece i limoni.
Tono
In termini pratici, comunque, servirà trovare il tono giusto per fare breccia in un gruppo attraversato occasionalmente da tensioni, e che può facilmente perdere concentrazione. E non solo in campo. La festa di capodanno di Neymar in Brasile, inizialmente per mezzo migliaio di ospiti e poi ridotta tra polemiche e indagini a familiari e amici, ne è solo un esempio. E non è un caso che gli allenamenti di Tuchel fossero a volte adeguati agli orari del fuoriclasse, e comunque poco intensi, tanto che gli stessi compagni finivano per lamentarsene. Forse anche per questo, il Psg si è smarrito in avvio di stagione, dando per scontata la propria superiorità, faticando in Champions League e senza riuscire a battere le avversarie dirette in campionato: Lione, Lilla e Marsiglia.
Metodo
Formato ai concetti offensivi di Bielsa, Pochettino mantiene duttilità tattica, seppure prediligendo il 4-2-3-1, e comunque esaltando pressing e possesso verticalizzante. Nulla che non facesse già il predecessore, cui dovrà sommare lavoro fisico e mentalità guerrafondaia da applicare in ogni partita, di Ligue 1 o in Europa, dove lo attende il Barcellona a febbraio. Tra le frasi più apprezzate del primo allenamento, intercettate dalla platea social di tifosi e giornalisti, c’è stato il richiamo a scherzare di meno e a correre di più. Con l’ex tecnico del Tottenham, con contratto di 18 mesi e fino al 2023 in opzione, le stelle del Psg dovrebbero scoprire dense sedute mattutine, sempre diverse, filmate e con pallone; esercizi settoriali ludici ma incalzanti, lezioni video più dettagliate, pesate quotidiane, e raccolta dati e di impressioni sul lavoro svolto. E infine riabituarsi ai ritiri di vigilia, aboliti dall’accondiscendente Tuchel, ma cacciato dopo due anni e mezzo soprattutto per aver bollato la sua squadra come non all’altezza delle ambizioni dell’emiro. Per Pochettino, finalista perdente della Champions 2019, invece, è già «un’opportunità formidabile» essere al Psg che ha «una rosa incredibile», ma che, salvo occasioni, a gennaio potrebbe essere alleggerita per incassare 60 milioni. Sulla lista delle cessioni, Herrera, Draxler, Kehrer, Gueye e Paredes. In entrata girano i nomi di Dele Alli e Eriksen, pupilli dell’argentino al Tottenham.