Fusione Fca e Psa Via libera dai soci Exor primo azionista Titoli in Borsa dal 18
Nasce il 4° gruppo mondiale dell’auto Per 500 un domani da brand premium?
Un’operazione di vero spessore industriale, dove gli aspetti finanziari legati alla creazione di un nuovo grande gruppo di caratura mondiale sono la conseguenza di una strategia che ha al centro i fondamentali dell’automobile. Dove al fascino di marchi automobilistici italiani viene incontro la sostanza di investimenti ultra decennali nelle piattaforme meccaniche che consentono di accettare le sfide dell’elettrificazione, della qualità e della novità, il tutto nel contesto difficile di un anno di Covid-19. Questo il pragmatismo condiviso dalle due assemblee straordinarie di Fca e Psa, che ieri via streaming web, hanno avvicinato in modo definitivo il futuro delle due aziende con oltre il 99% di voti favorevoli. Questo il via libera alla nascita di Stellantis, idealmente già al quarto posto fra i gruppi mondiali dell’automobile con 8,7 milioni di unità vendute, preceduto solo da Volkswagen, Toyota e dall’alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi.
Ruolo ed emozione
«Vogliamo avere un ruolo di primo piano nel prossimo decennio, che ridefinirà la mobilità, ed è stata quest’ambizione a unirci», ha affermato il presidente di Fca, John Elkann, destinato a occupare un analogo ruolo nella nuova società, affiancato da Carlos Tavares, attuale Ceo di Psa, così come lo sarà nella nascente Stellantis. «Oggi vi parlo con emozione e grande eccitazione — ha ribadito il manager portoghese — perché puntiamo a raggiungere sinergie fino a 5 miliardi l’anno e prevediamo di diventare il terzo costruttore mondiale in termini di fatturato».
Il risiko societario
Dell’azionariato della nuova azienda fanno parte Exor con il 14,4%, la famiglia Peugeot con il 7,2%, il gruppo cinese Dongfeng con il 5,6% e lo Stato francese con il 6,2%, quest’ultimo con una opzione di acquisto di titoli. Intanto una nota congiunta Fca-Psa informa che la fusione sarà perfezionata il 16 gennaio con inizio delle negoziazioni di azioni Stellantis dal 18 a New York, Parigi e Milano. Fca iniziò a giocare la partita del mega-gruppo con la presentazione a Renault il 27 maggio 2019 di una lettera di intenti per una fusione, salvo ritirarla ufficialmente il 6 giugno per gli ostacoli riscontrati; non ultima la posizione di Nissan, alleato del gruppo francese. A ottobre partiva una nuova trattativa questa volta tra Fca e Psa. Il futuro del gruppo guidato da John Elkann prese di nuovo la strada per Parigi. In una nota, il gruppo francese annunciava di avere «discussioni in corso» con Fca per una possibile fusione. Il 18 dicembre 2019 la firma dell’accordo preliminare (Combination Agreement). Il 14 settembre scorso una tappa decisiva: la revisione del maxi dividendo da 5,5 miliardi che era previsto nell’accordo preliminare a favore di Fca ha portato la cifra a 2,9 miliardi grazie al coinvolgimento nell’operazione di Faurecia, gruppo della componentistica controllato al 46% da Psa le cui azioni è stato deciso di distribuire in modo paritetico tanto ai soci Psa che Fca come contropartita.
Marchi e mercati
Una mossa chiave che ha permesso a Stellantis di disporre di 2,6 miliardi di euro di liquidità aggiuntiva per arrivare subito al punto: indirizzare immediatamente in una galassia di 14 marchi automobilistici quel patrimonio costruito da Psa nell’ultimo decennio, ovvero i pianali modulari multi-energia. Non solo telai, ma piattaforme meccaniche pensate fin dall’inizio per fare da base non a intere famiglie di vetture a motorizzazione tradizionale, ma anche ibrida ricaricabile ed elettrica. Ad esempio la prossima Alfa Romeo Tonale e un’eventuale nuova Fiat Punto potrebbero nascere rispettivamente sulle piattaforme Emp-2 (già vista sulla 3008) e Cmp (mutuata dalla Peugeot 208). L’azienda italiana potrà fornire i suoi brand blasonati e forti come Jeep e soprattutto Alfa Romeo e Maserati, perfetti per un’offensiva sul mercato premium e un’icona come la 500 dalla cui versione elettrica è scomparso il logo Fiat sul muso (marketing o preludio a un nuovo brand?). Inoltre Fca può mettere sul piatto la presenza in America con la sua rete distributiva e i suoi stabilimenti, in modo da aumentare la redditività sul mercato statunitense, con il lungamente atteso debutto di Peugeot oltreoceano, e un nuovo ruolo delle operazioni in Brasile di Fca. Proprio dalle promesse negli Usa si va a chiudere idealmente la fase cominciata il 10 giugno 2009, con l’acquisizione di Chrysler da parte di un Sergio Marchionne allora concentrato su una politica forzata di riduzione dei costi e di valorizzazione del titolo azionario. «Stellantis avrà un ampio portafoglio di marchi iconici, come Jeep, Peugeot, Fiat, Opel, Ram, Citroën e Maserati, solo per citarne alcuni (tra cui non c’è Lancia che vende la Ypsilon in Italia, n.d.r.)» sottolinea Mike Manley, attuale Ceo di Fca e futuro responsabile delle attività nelle Americhe della nuova azienda.
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