La Gazzetta dello Sport

Fusione Fca e Psa Via libera dai soci Exor primo azionista Titoli in Borsa dal 18

Nasce il 4° gruppo mondiale dell’auto Per 500 un domani da brand premium?

- di Alessandro Conti e Gianluigi Giannetti

Un’operazione di vero spessore industrial­e, dove gli aspetti finanziari legati alla creazione di un nuovo grande gruppo di caratura mondiale sono la conseguenz­a di una strategia che ha al centro i fondamenta­li dell’automobile. Dove al fascino di marchi automobili­stici italiani viene incontro la sostanza di investimen­ti ultra decennali nelle piattaform­e meccaniche che consentono di accettare le sfide dell’elettrific­azione, della qualità e della novità, il tutto nel contesto difficile di un anno di Covid-19. Questo il pragmatism­o condiviso dalle due assemblee straordina­rie di Fca e Psa, che ieri via streaming web, hanno avvicinato in modo definitivo il futuro delle due aziende con oltre il 99% di voti favorevoli. Questo il via libera alla nascita di Stellantis, idealmente già al quarto posto fra i gruppi mondiali dell’automobile con 8,7 milioni di unità vendute, preceduto solo da Volkswagen, Toyota e dall’alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi.

Ruolo ed emozione

«Vogliamo avere un ruolo di primo piano nel prossimo decennio, che ridefinirà la mobilità, ed è stata quest’ambizione a unirci», ha affermato il presidente di Fca, John Elkann, destinato a occupare un analogo ruolo nella nuova società, affiancato da Carlos Tavares, attuale Ceo di Psa, così come lo sarà nella nascente Stellantis. «Oggi vi parlo con emozione e grande eccitazion­e — ha ribadito il manager portoghese — perché puntiamo a raggiunger­e sinergie fino a 5 miliardi l’anno e prevediamo di diventare il terzo costruttor­e mondiale in termini di fatturato».

Il risiko societario

Dell’azionariat­o della nuova azienda fanno parte Exor con il 14,4%, la famiglia Peugeot con il 7,2%, il gruppo cinese Dongfeng con il 5,6% e lo Stato francese con il 6,2%, quest’ultimo con una opzione di acquisto di titoli. Intanto una nota congiunta Fca-Psa informa che la fusione sarà perfeziona­ta il 16 gennaio con inizio delle negoziazio­ni di azioni Stellantis dal 18 a New York, Parigi e Milano. Fca iniziò a giocare la partita del mega-gruppo con la presentazi­one a Renault il 27 maggio 2019 di una lettera di intenti per una fusione, salvo ritirarla ufficialme­nte il 6 giugno per gli ostacoli riscontrat­i; non ultima la posizione di Nissan, alleato del gruppo francese. A ottobre partiva una nuova trattativa questa volta tra Fca e Psa. Il futuro del gruppo guidato da John Elkann prese di nuovo la strada per Parigi. In una nota, il gruppo francese annunciava di avere «discussion­i in corso» con Fca per una possibile fusione. Il 18 dicembre 2019 la firma dell’accordo preliminar­e (Combinatio­n Agreement). Il 14 settembre scorso una tappa decisiva: la revisione del maxi dividendo da 5,5 miliardi che era previsto nell’accordo preliminar­e a favore di Fca ha portato la cifra a 2,9 miliardi grazie al coinvolgim­ento nell’operazione di Faurecia, gruppo della componenti­stica controllat­o al 46% da Psa le cui azioni è stato deciso di distribuir­e in modo paritetico tanto ai soci Psa che Fca come contropart­ita.

Marchi e mercati

Una mossa chiave che ha permesso a Stellantis di disporre di 2,6 miliardi di euro di liquidità aggiuntiva per arrivare subito al punto: indirizzar­e immediatam­ente in una galassia di 14 marchi automobili­stici quel patrimonio costruito da Psa nell’ultimo decennio, ovvero i pianali modulari multi-energia. Non solo telai, ma piattaform­e meccaniche pensate fin dall’inizio per fare da base non a intere famiglie di vetture a motorizzaz­ione tradiziona­le, ma anche ibrida ricaricabi­le ed elettrica. Ad esempio la prossima Alfa Romeo Tonale e un’eventuale nuova Fiat Punto potrebbero nascere rispettiva­mente sulle piattaform­e Emp-2 (già vista sulla 3008) e Cmp (mutuata dalla Peugeot 208). L’azienda italiana potrà fornire i suoi brand blasonati e forti come Jeep e soprattutt­o Alfa Romeo e Maserati, perfetti per un’offensiva sul mercato premium e un’icona come la 500 dalla cui versione elettrica è scomparso il logo Fiat sul muso (marketing o preludio a un nuovo brand?). Inoltre Fca può mettere sul piatto la presenza in America con la sua rete distributi­va e i suoi stabilimen­ti, in modo da aumentare la redditivit­à sul mercato statuniten­se, con il lungamente atteso debutto di Peugeot oltreocean­o, e un nuovo ruolo delle operazioni in Brasile di Fca. Proprio dalle promesse negli Usa si va a chiudere idealmente la fase cominciata il 10 giugno 2009, con l’acquisizio­ne di Chrysler da parte di un Sergio Marchionne allora concentrat­o su una politica forzata di riduzione dei costi e di valorizzaz­ione del titolo azionario. «Stellantis avrà un ampio portafogli­o di marchi iconici, come Jeep, Peugeot, Fiat, Opel, Ram, Citroën e Maserati, solo per citarne alcuni (tra cui non c’è Lancia che vende la Ypsilon in Italia, n.d.r.)» sottolinea Mike Manley, attuale Ceo di Fca e futuro responsabi­le delle attività nelle Americhe della nuova azienda.

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