Dalle 105 triple di fila in video a 62 punti: Curry è tornato
● L’ha presa sul personale: le critiche, i dubbi su di lui dopo un anno praticamente di stop, sul valore della dinastia Warriors. Steph Curry li ha zittiti tutti con una partita... alla Curry, uno show da 62 punti nel 137-122 con cui Golden State domenica ha steso Portland, il suo nuovo massimo in carriera. Se il 27 febbraio 2013 i 54 punti al Madison Square Garden, la sua precedente miglior gara in carriera, l’avevano messo sulla mappa delle star, questi 62 ce lo riportano in grande stile con un messaggio chiaro: Curry è tornato fenomeno.Il primo segnale era arrivato subito dopo Natale: un video pubblicato sui social dai Warriors, in cui il 32enne infilava 105 triple di fila in 5 minuti. Quelle cose straordinarie che solo Curry sa fare, e che però in partita non gli riuscivano, col 4/20 da 3 nelle prime due gare stagionali (coincise con due brutte sconfitte di Golden State) pericoloso spauracchio di una nuova stagione buttata. Steph però aveva solo bisogno di tempo per ritrovarsi, visto che il suo 2019-20 è durato solo 5 partite e che non ha praticamente giocato da fine ottobre 2019 al 22 dicembre 2020, giorno dell’opening night. «Ringrazio di essere sano, di potermi godere lo sport che amo. A volte mi sorprendo ancora di me stesso - ha ammesso Steph -. Ho fiducia in chi sono, come persona e come giocatore di basket. Non c’è niente che la possa scalfire. È quello che mi ha portato fino a questo punto». I Warriors hanno bisogno che Steph sia speciale per tornare tra le grandi: per questo gli hanno dato carta bianca . Lui ha cominciato a rispondere, con una partita del Curry del 2016, quando lui era mvp indiscusso e Golden State il tiranno che dominava l’Nba. Lo show potrebbe essere appena iniziato,