Scontro Conte-Renzi: si va verso il rimpasto
● Un po’ tutti negano di voler mandare a casa il governo Conte. Ma se l’esecutivo andrà avanti, sarà comunque modificato da un rimpasto più o meno corposo. Lo scontro fra il leader di Iv Matteo Renzi e il premier nasce dalla cabina di regia sul Recovery Fund e poi si è esteso alle deleghe sui Servizi segreti. Dal Pd si cerca di scacciare l’ipotesi che il governo cada. «Rimaniamo contrari a posizioni che rischiano di destabilizzare la maggioranza. Serve un rilancio dell’azione di governo, in sintonia con tutti gli alleati», ha detto il segretario del Pd, Nicola Zingaretti. E per i Cinque Stelle è «irresponsabile parlare di crisi». La soluzione per andare avanti potrebbe essere quella del rimpasto: poche caselle da cambiare in fretta. Tutto ruota intorno al ministero degli Interni. Se Conte venisse incontro a Iv, che chiede un maggior riconoscimento, infatti, potrebbe concedere la Difesa al coordinatore di Iv, Rosato. Ma questo sarebbe possibile solo se all’attuale ministro della Difesa Lorenzo Guerini, molto apprezzato nel Pd e anche dal premier, potesse essere garantito un ruolo all’Interno. I più maliziosi sospettano che Renzi voglia entrare alla Farnesina: ma lui smentisce di voler fare il ministro. Agli Esteri ora c’è l’ex capo politico del M5S, Luigi Di Maio, che lo lascerebbe solo a patto di occupare un’altra funzione di rilievo. Sullo sfondo, resta l’ipotesi di un governo guidato da un tecnico, come l’ex capo della Bce, Mario Draghi. «Draghi è una persona straordinaria per questo Paese e ha dato suggerimenti molto giusti», le parole pronunciate ieri di Renzi. Che in serata avverte: «L’accordo è sui contenuti, poi vedremo se guida Conte o un altro». E l’arrivo a Palazzo Chigi del Recovery Plan slitta di 24 ore.