CHI VUOLE IL MALE DELL’INTER
Nel campionato più imprevedibile degli ultimi anni può succedere anche questo: il club favorito per lo scudetto secondo i bookmakers, cioè l’Inter, sarebbe improvvisamente sul punto di essere venduto. Non è così che stanno le cose, ma la cattiva informazione fa danni anche quando non è credibile. La società nerazzurra spesso ci mette del suo nel piantarsi al centro delle polemiche, non in questo caso però...
Zhang cerca liquidità o soci
ma vuole tenere il club. Il ruolo di Pechino
La tv della Lega in corsa per i diritti Tv logica
conseguenza dei fondi in A
Nel campionato più imprevedibile degli ultimi anni può succedere anche questo: il club favorito per lo scudetto secondo i bookmakers, cioè l’Inter, sarebbe improvvisamente sul punto di essere venduto. Non è così che stanno le cose, ma la cattiva informazione fa danni anche quando non è credibile. É vero che la società nerazzurra spesso ci mette del suo nel piantarsi al centro delle polemiche, non in questo caso però. Vediamo come stanno le cose. L’Inter costa molto e con il crollo dei ricavi subito dai club in tutta Europa determinato dalla crisi Covid, il problema si è appesantito. Per affrontare il nodo della liquidità l’Inter ha pensato, innanzitutto, di rivolgersi al mercato attraverso il finanziamento con un bond (obbligazione) o con l’ingresso di un nuovo socio, questa seconda ipotesi in subordine alla prima, anche perché non è facile da trovare qualcuno disponibile. All’origine di tutto c’è il governo cinese che sta ripensando la propria strategia sugli investimenti esteri, ma la famiglia Zhang ha messo cifre importanti nell’Inter e non ha alcuna intenzione di mollare. Comunque non proprio ora, tra l’altro, che la squadra è tornata stabilmente a lottare per lo scudetto. Non c’è alcun advisor a cui è stato dato un mandato a vendere. Operazione tra l’altro molto più che complicata. Questa la situazione. E’ il momento della stabilità, non della fuga. Sul come e sul perché un’informazione correttamente riportata dal Sole24ore (rifinanziamento con i bond) si sia trasformata in una cessione c’è da riflettere. Diciamo che Milan e Inter al comando dopo una decina d’anni che non si vedevano così in alto danno fastidio a tanti. Oltretutto il Covid ha creato un clima poco sereno attorno alle proprietà cinesi, non solo calcistiche, in tutto il mondo occidentale. Nei prossimi mesi la situazione sarà comunque più chiara, soprattutto saranno più chiare le intenzioni di Pechino. Perché quelle della famiglia Zhang sono chiarissime: tenersi l’Inter, allineando i costi (in primis gli ingaggi dei giocatori) ai nuovi ricavi.
Pioli e Pirlo hanno tra le tante diversità un tratto comune.
Sono due allenatori che non comandano la squadra, ma la guidano. Cercano di arrivare al risultato attraverso il coinvolgimento dei giocatori alla causa comune. Pioli è già riuscito a trasformare una ventina di giocatori in un gruppo coeso, con uno spirito che consente a ciascuno di rendere il centodieci per cento. Pirlo ancora no. La Juve ha d’altronde diverse individualità troppo spiccate per piegarsi a una visione collettiva. Il limite di questa Juve più forte, nei nomi, di tutta la concorrenza, è proprio nel non essere ancora un gruppo tosto e unito come erano quelle allenate da Conte e Allegri. La scommessa è questa: riuscirci in tempo utile per arrivare al decimo scudetto di fila. I due scontri diretti con le milanesi diranno tutto, o quasi, sulla possibilità che a Pirlo riesca quello che è riuscito a Conte, Allegri e Sarri: vincere subito.
L’ingresso dei fondi nella Lega di Serie A sono sempre più vicini. Per il calcio che sta perdendo complessivamente 600 milioni si tratta di una svolta vera.
Diventare una media company con partner dotati di liquidità notevole significa poter mettere basi solide per rimontare le posizioni perdute. Il secondo passo sarà la vendita dei diritti televisivi per il triennio 2124. Concorrerà anche il canale della Lega, logica e positiva conseguenza del lavoro svolto (bene) da Dal Pino con il sostegno dei club e dei presidenti che ne hanno condiviso il percorso. Le secche dei traffici di piccolo cabotaggio in cui, per anni, il calcio italiano è rimasto incagliato sembrano definitivamente alle spalle. Nessuno sentirà la mancanza.