Keita lo spaccapartite: «Noi tosti e duri come il mister»
Ranieri realista: «L’assenza di Lukaku dall’inizio ci ha avvantaggiato. Il campo? Roba dell’altro mondo»
o ha inseguito, aspettato, aiutato. E tanta pazienza è stata ripagata ieri dalla prestazione di Keita, alla prima da titolare nella Sampdoria, l’avamposto più avanzato di una squadra capace di interrompere la corsa dell’Inter che pareva inarrestabile: «Perché noi siamo tosti e duri come il nostro allenatore», racconta l’ex Monaco.
LLampi di classe che si erano già visti all’ultima gara del 2020 con il Sassuolo. Ieri, la conferma. «In campo s’è vista una grande Inter, ma anche una grande Sampdoria - racconta il senegalese —. Siamo pronti a lottare contro tutti, consapevoli della forza di questa squadra. Se ci siamo tutti, con questo atteggiamento non temiamo nessuno». Keita finalizzatore del due a zero, ma il merito del gol va diviso con Damsgaard, sempre più baby prodigio dei blucerchiati: «Mikkel è stato bravissimo sul piano tecnico, sono molto contento per lui e per il modo in cui sta lavorando». La «vittoria del gruppo», così l’ha definita ieri sera Keita sul suo profilo social: «Io lavoro solo per inseguire il bene della squadra. Adesso è importante andare avanti così, bisogna sapere soffrire e noi siamo pronti a farlo».
L’elogio
Anche Ranieri mette l’accento «sull’applicazione e sulla qualità dei ragazzi, che sono gli elementi alla base di questa vittoria. Noi siamo stati bravi a rimanere sereni e concentrati, dando all’Inter il minor numero possibile di palle gol. È stato comunque un successo importante, perché dopo la sconfitta di Roma volevamo riprenderci subito». Nessun motivo legato al mercato nell’esclusione di Quagliarella dall’undici titolare: «Nient’affatto. Anzi, lo stavo facendo entrare, dopo il primo cambio, ma poi Keita mi ha detto che si sentiva di rimanere ancora in campo. E poi, alla fine, ho preferito La Gumina perché bisognava andare a contrastare un po’ tutti i giocatori avversari. L’Inter è comunque una grandissima squadra, ma di certo l’ìassenza di Lukaku ci ha avvantaggiato, perché con un giocatore del genere dall’inizio avremmo sofferto di più». L’amarezza maggiore di Ranieri viene però dalle condizioni pessime del prato di Marassi: «Io non capisco perché non si comprino i teloni, si sa fra l’altro che sa Genova piove molto. Quello che ho visto è stato veramente una roba dell’altro mondo». C’è, comunque, una spiegazione: la centralina meteo del Ferraris ha fatto registrare 29 giorni di pioggia da inizio dicembre ad oggi. Non solo: ieri mattina una fitta grandinata poco dopo l’alba ha costretto all’utilizzo di soffiatori speciali per rendere agibile il campo.