Quanto serve un vice Lukaku Ma Conte tiene
Se il Milan, prima di cadere ai piedi della Juve, aveva vinto 5 partite e ne aveva pareggiate 2 senza Ibra, l’Inter ne ha vinta una sola e ne ha perse 2 delle 5 senza Lukaku. Perché? Perché chi ha sostituito Zlatan ha recitato la sua parte, pur senza la sua ricchezza tecnica, e il gioco è rimasto intatto. Nell’Inter invece Lukaku è il gioco e quando esce dal campo se lo porta via, come fanno i bambini quando si arrabbiano e se ne vanno con il pallone sotto il braccio. La ricerca veloce della profondità è l’idea dominante di Conte e nessuno in rosa ha la caratteristiche fisiche e tecniche per imitare ciò che fa Romelu: proteggere palla, far salire la squadra, aggredire gli spazi in progressione... La gracilità del celeberrimo Piano B, sia in caso del assenza del belga, sia in caso di squadre chiuse che tolgono spazi e profondità, è stata la prima causa dei punti persi finora dai nerazzurri. Che un top club dalle ambizioni dell’Inter abbia ridotto l’alternativa offensiva alla Lu-La, di fatto, al solo Sanchez, sinceramente resta un mistero, soprattutto se si pensa al lunapark di punte che a una cinquantina di chilometri di distanza può permettersi Gasperini (Atalanta).
L’asso di Conte
La ventina di minuti concessi a Eriksen, preferito a Sensi ed entrato a Marassi prima di Vidal, forse lascia intravvedere un atteggiamento nuovo. Forse, rassegnato al mercato zero di Zhang, senza acquirenti che si scannano per il danese, Conte, costretto alla convivenza, potrebbe lavorare con più convinzione su Eriksen, in alternativa a Sensi, per migliorare la rifinitura e il palleggio, che l’Inter soffre troppo spesso, vedi il primo tempo col Crotone.Ma non dimentichiamo che il Piano A funziona e, a volte, è devastante. L’Inter ha il miglior attacco, è l’unica squadra oltre i 40 gol. Quando esprime tutta la sua potenza e la sua fisicità diventa incontenibile. È costretta a farlo perché, senza troppi uomini abili nell’uno contro uno, deve aprirsi spazi con i ritmi alti e con la circolazione veloce. In questo senso, la sciagurata eliminazione dalle coppe diventa un asso nella manica di Conte che avrà più energie da spendere nella corsa scudetto rispetto alla concorrenza. Le gambe di Hakimi e Lukaku non si ingolferanno. Per questo, per la qualità della rosa, per l’esperienza, per la carica agonistica della truppa Conte, è facile prevedere l’Inter in corsa fino alla fine.